Gran Torino

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Voto al film:

Una Gran Torino del 1972 fastback con motore cobra jet da pulire ed esibire in giardino. Tra una sorsata di birra e l’altra spunta il ghigno del combattente che ha dovuto sterminare suo malgrado tanti “musi gialli” in Corea, con gli occhi ben puntati sulla bandiera americana sventolante e le mani nodose ben salde sul trofeo a quattro ruote.Walter Kowalski non ha simpatie per il mondo e rimane confinato nuovamente in trincea, tra le barricate domestiche che lo tengono a debita distanza dagli odiati vicini di etnia hmong. Superata la paura del diverso, Walt fa amicizia con Thao e sua sorella, subito dopo aver scongiurato il furto dell’amata auto da parte di una gang di quartiere.

Clint Eastwood si può considerare “corpo musicale” vivente a partire dal 1971, anno in cui la sua figura viene modellata dalle partiture di Lalo Schifrin in Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo! Prima di immergersi nella San Francisco cupa e violenta, il texano dagli occhi di ghiaccio era divenuto una vera e propria icona grazie al fischio di Ennio Morricone cucitogli su viso e speroni nel selvaggio West. Ma il 1971 è anche l’anno d’esordio nella regia di un lungometraggio (Brivido nella notte) e, da allora, per il regista si è profilato un lungo percorso che lo ha elevato al rango di ispirato cineasta-musicista. Al servizio del suo stile classico, la musica si trasforma sempre più in un raffinato lavoro di cesello che, tra contrappunti emotivi e variazioni sul tema, scava con semplicità e umana grazia nelle profondità dell’animo dei personaggi tormentati, non lasciando nemmeno il più marginale di essi senza una codifica sottotraccia a far risaltare la sua identità e i suoi tratti distintivi.

È quello che accade in Gran Torino, parabola umanista in cui il mito americano agonizza in una giungla d’asfalto nutrita di pregiudizi e scontri etnici. Il lavoro di orchestrazione è affidato questa volta al figlio Kyle Eastwood e a Michael Stevens, autori di una colonna sonora che declina il main theme della struggente ballad interpretata da Jamie Cullum in arrangiamenti transitanti dall’intimismo del pianoforte e degli archi alla tensione costruita con i tamburi. Non un requiem né un commiato, ma un veemente atto d’accusa che detona con più forza di una 44 Magnum, realizzando la catarsi del reduce impastato di risentimento e disillusione per costruire un “mondo perfetto” di integrazione sociale e solidarietà. Chissà, forse molti dei capolavori degli anni Duemila non sarebbero nati se Eastwood e Lennie Niehaus (ex compagno di guerra in Corea ed eclettico sassofonista di ascendenza parkeriana) non si fossero ritrovati per Bird, il film biografico su Charlie Parker che aveva allontanato i morsi di una guerra disastrosa con la potenza senza confini del jazz.

L’articolo è apparso anche su Cinefilia Ritrovata
SCHEDA TECNICA
Gran Torino (Id.; USA, 2008) – REGIA: Clint Eastwood. SCENEGGIATURA: Nick Schenk. FOTOGRAFIA: Tom Stern. MONTAGGIO: Joel Cox, Gary Roach. MUSICA: Kyle Eastwood, Michael Stevens, Clint Eastwood. CAST: Clint Eastwood, Bee Vang, Ahney Her, Christopher Carley. GENERE: Drammatico. DURATA: 116’

 

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