Indivisibili

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Federica Salini su Indivisibili, film rivelazione al passato Festival di Venezia, un viaggio alla scoperta del proprio io firmato da Edoardo De Angelis

Voto al film:

(In)Divisibili

indivisibili 1L’etimologia del termine straordinario – dal latino extra-ordinarious – porta con sé una connotazione di eccezionalità. Lo sa bene Edoardo De Angelis che proprio dal “fuori dal convenzionale” si lascia sedurre al suo terzo film Indivisibili, in concorso alle “Giornate degli Autori” in occasione dello scorso festival del cinema di Venezia.

Nella desolata e altrettanto desolante Castel Volturno, Daisy e Viola – calchi fedeli dei nomi delle gemelle Hilton, interpreti di Freaks (1932) di Tod Browning – sono siamesi, bellissime e al tempo stesso “mostruose”, attaccate l’una all’altra da un lembo di pelle all’altezza dell’anca. È proprio questa peculiarità, unitamente alle loro doti canore di inclinazione neo-melodica, a renderle dei “fenomeni” (da baraccone, per meglio dire). Animali da palcoscenico, null’altro se non questo per un padre che coltiva il vizio del gioco e per una madre incapace di reagire davanti agli eventi, succube delle proprie dipendenze. A un certo punto però, tra feste trash e serenate, questa macchina da soldi si inceppa, nel momento in cui le due scoprono di potersi dividere. Così, Viola e Daisy scelgono di lasciarsi alle spalle le luci del successo e quella di una presunta santità, per inseguire il sogno di una normalità negata.

De Angelis ci guida lungo un viaggio alla scoperta del proprio io, in cui gradualmente scorgiamo, al di là di quel lembo di pelle che le unisce, due personalità distinte. Sono un duo, Viola e Daisy, spesso in conflitto, talvolta soggiogato dalle insicurezze e i timori dell’una, talvolta mosso dalla vocazione all’indipendenza dell’altra; e proprio quando pensiamo ormai di “distinguerle”, la mano del regista interviene per mescolare le carte in tavola.

La musica è la terza protagonista al fianco delle gemelle; fa da padrona nella sua accezione extradiegetica – si pensi a Mane e mane e Tutt’egual song’ ‘e criature – con la colonna sonora firmata da Enzo Avitabile, investendo poi il piano intradiegetico tramite le esibizioni delle due gemelle, con motivi ricorrenti come nel caso di Drin Drin. Non ultima, Indivisibili (composta, come per il titolo precedente, da Riccardo Ceres) che, ponendosi in apertura del film, fa da contraltare alle note di chiusura della sequenza finale, una indivisibili 2sussurrata Mercedes Benz di Janis Joplin.

Indivisibili è un romanzo di formazione, lastricato di squallore, lupi travestiti da agnelli e falsi santi e poeti. È un inno alla lotta per trovare se stessi, che lascia dietro di sé tanti vinti e – forse – nessun vincitore. Ci si perde in un abisso di squallore e ci si ritrova, alla fine, diversi. Diversi e al tempo stesso liberi di scegliere, quantomeno, una canzone da cantare.

SCHEDA TECNICA
Indivisibili (Id., Italia, 2016) – REGIA: Edoardo De Angelis. SCENEGGIATURA: Nicola Guaglianone, Barbara Petronio, Edoardo De Angelis. FOTOGRAFIA: Ferran Paredes Rubio. MONTAGGIO: Chiara Griziotti. MUSICHE: Enzo Avitabile. CAST: Angela Fontana, Marianna Fontana, Antonia Truppo, Massimiliano Rossi. GENERE: Drammatico. DURATA: 100′

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