Les Choristes – I ragazzi del coro

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Federica Maragno sull’opera prima di Christophe Barratier Les Choristes – I ragazzi del coro, film sull’educazione che passa attraverso la musica

Voto al film:

Ogni voce nasce bianca

Zero in condotta, I quattrocento colpi o Arrivederci ragazzi sono solo alcuni esempi che testimoniano l’interesse del cinema francese per l’ambientazione scolastica. La scuola ha avuto il pregio di farsi metafora di rivolte e cambiamenti sociali in atto, oltre ad aver rappresentato un deposito di nostalgia e di ricordi struggenti. Ebbene, tutto questo appartiene al passato.

I ragazzi del coro è il rifacimento di un film di Jean Dréville, La gabbia degli usignoli. Il film del 1945 è volutamente omissivo: la spensieratezza del canto e il successo del protagonista scongiurano a fatica il pericolo che l’oppressione del collegio si trasformi in un imponderabile rispecchiamento del trauma di Vichy, ancora troppo vicino per essere ammesso. I ragazzi del coro si nutre sì dell’immaginario scolastico, ma lo svuota completamente di significati secondari, limitandosi alla contemplazione estetizzante di giovani attori immersi in un’atmosfera rétro. Opera prima di Christophe Barratier, il film sembra avere l’unico obiettivo di agganciare gli spettatori con un fumoso impasto di sentimentalismo. È facile criticare un sistema educativo basato sul principio azione-reazione, in cui ogni deviazione dalla norma è severamente punita, in cui è sufficiente un test per stigmatizzare un individuo. Per quanto la narrazione sia innescata dalla lettura del diario del sorvegliante, il microcosmo tratteggiato sembra visto attraverso gli occhi di un bambino, con la rigidità del percepire il mondo come tutto bianco o tutto nero e dell’individuare dei cattivi assoluti.

La pellicola ha tuttavia un innegabile pregio: affascinare con la musica e con il canto. Sono ormai celebri alcuni brani della colonna sonora composta da Bruno Coulais, come Vois sur ton chemin o Caresse sur l’océan. La purezza delle voci bianche contrasta e smentisce la convinzione che i ragazzi svantaggiati abbiano un’anima nera, declinazione di una riflessione culturale che risale almeno a Rousseau. Purtroppo il messaggio è ambiguo: gli unici bambini che possono cantare sono quelli naturalmente dotati, mentre chi stona è relegato al ruolo di leggio. Viene da chiedersi quale dovrebbe essere lo scopo dell’educazione musicale, dato che la professionalità dell’insegnante è presentata unicamente come capacità di organizzare il coro e di riconoscere il talento, ma la musica resta appannaggio di chi è già incline ad inserirsi nel tessuto armonico.

SCHEDA TECNICA
Les choristes – I ragazzi del coro (Les choristes, Francia-Svizzera-Germania, 2004) – REGIA: Christophe Barratier. SCENEGGIATURA: Christophe Barratier, Philippe Lopes-Curval. FOTOGRAFIA: Jean-Jacques Bouhon, Dominique Gentil, Carlo Viarini. MONTAGGIO: Yves Deschamps. MUSICHE: Bruno Coulais. CAST: Gérard Jugnot, François Berléand, Jean-Baptiste Maunier, Kad Merad. GENERE: Drammatico. DURATA: 97′

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