The Idol

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Il debutto di Stefano Careddu su Leitmovie è con The Idol di Hany Abu-Assad uscito in sala e recentemente in DVD

Voto al film:

Una favola senza troppi ostacoli

the-idol-mohammed-poco-prima-di-esibirsi-ad-arab-idolIl regista palestinese Hany Abu-Assad torna a trattare della sua terra due anni dopo Omar (concorrente agli Oscar come miglior film straniero nell’anno in cui si aggiudicò la statuetta La grande bellezza di Sorrentino), raccontando la vicenda di Mohammed Assaf, ragazzo palestinese che riuscì a fuggire da Gaza per partecipare e trionfare al talent show Arab Idol.

Il film è sostanzialmente suddiviso in due parti: il racconto di un’infanzia vissuta sì in una città costantemente assediata e stravolta da una guerra senza fine, ma in qualche modo felice e intensa, trainata dall’amicizia, dalla solidarietà e soprattutto da un sogno, una passione: quella per la musica. Mohammed, totalmente catturato dalla forte personalità della sorella Nour, con l’ausilio di alcuni amici, riesce a mettere assieme una band in seguito a rocambolesche avventure che lo porteranno ad avere a che fare con contrabbandieri e finire in ospedale. La perseveranza e la volontà di coronare il sogno fraterno ed esibirsi all’Opera Hall de Il Cairo sarà spezzata da un fulmine a ciel sereno, da una tragedia che rompe la narrazione. Tramite un’ellissi temporale visivamente suggestiva lo spettatore viene introdotto alla seconda parte del film, dove incontra Mohammed ventenne, che fa il tassista per pagarsi gli studi. La disillusione sembra aver preso il sopravvento, i tentativi di coronare il proprio sogno sembrano essere svaniti con la prematura perdita della sorella e solamente l’incontro con un’amica di vecchia data (che pare essere un surrogato di Nour) gli dona nuovamente la forza e il coraggio d’imbattersi in quella che poi diverrà l’avventura della vita e consacrerà il suo successo.

Hany Abu-Assad decide di rappresentare sullo schermo il problema palestinese attraverso una commedia musicale, nella quale, se si presta la giusta attenzione, si ritrovano le difficoltà, i soprusi e le ingiustizie alle quali sono costrette quotidianamente le persone di Gaza, ma lo fa tratteggiando una storia the-idol-mohammed-sulle-rovine-a-gazasemplice, una favola, attraverso il sogno che la passione e il talento siano in grado di rompere i muri, di essere più forti del filo spinato e delle bombe, che la musica sia in grado di creare unione, che il soave canto di Mohammed sia capace di amplificare la voce di un popolo schiacciato e farla risuonare forte e chiara al di fuori della gabbia palestinese. Purtroppo questa impostazione favolistica ha spesso l’effetto di togliere spessore al personaggio: Mohammed non ha mai una reale difficoltà: ne incontra nel corso del suo cammino, ma sono tutte all’acqua di rose, risolte secondo modalità poco probabili, specialmente in tale contesto. Questo non fa altro che creare problemi di empatia con il protagonista. Certamente una scelta, probabilmente dettata dalla volontà e dalla necessità di creare un’opera accessibile a tutte le fasce di pubblico, che alimenti la speranza di un possibile cambiamento, anche attraverso forme di spettacolo appartenenti a valori culturali antitetici.

SCHEDA TECNICA
The Idol (Ya tayr el tayer; Palestina, Qatar, Gran Bretagna; 2015) – REGIA: Hany Abu-Assad. SCENEGGIATURA: Hany Abu-Assad Sameh Zoabi. CAST: Tawfeek Barhom, Kais Attalah, Hiba Attalah, Dima Awawdeh. MONTAGGIO: Eyas Salman. FOTOGRAFIA: Ehab Assal. MUSICHE: Hani Asfari. GENERE: Commedia musicale. DURATA: 100’

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