Califano

Lo scorso febbraio è andato in onda su RAI1 il film per la TV Califano (ora reperibile on demand su Raiplay) del regista Alessandro Angelini. La sceneggiatura è tratta dall’opera Senza manette scritta a quattro mani direttamente da Franco Califano e Pierluigi Diaco. A interpretare il cantautore romano esordisce come attore Leo Gassman, che qui si cimenta con una prova importante e non semplice: rappresentare la vita personale e artistica di Franco Califano, dagli anni Sessanta agli anni Ottanta.

Il film si apre sull’esibizione dal vivo del brano Me ‘nnamoro de te, prima traccia del disco Tutto il resto è noia (1976), quarto album in studio del “Califfo” che sancisce definitivamente il suo successo come interprete e cantautore. Il momento viene però oscurato rapidamente dalla scena del suo arresto, avvenuto nel 1984, con l’accusa di associazione per delinquere di stampo camorristico e spaccio di stupefacenti. Tralasciando il fatto che il luogo dell’arresto è stato alterato (l’arresto avvenne infatti nella sua villa di Roma), il film parte da questa circostanza per andare a ritroso nella vita dell’artista al fine di raccontare l’ascesa, i successi, il declino e poi la rinascita di un mito, molto spesso sottovalutato e poco ricordato, della Musica Italiana.

Dagli anni Sessanta, con il matrimonio in giovane età con Rita, alla nascita dell’unica figlia, fino ad arrivare alle prime esibizioni con il suo gruppo di amici (tra cui l’amico e storico collaboratore Antonello Mazzeo), la pellicola mette in scena anche l’incontro con Edoardo Vianello, fondamentale per la sua svolta artistica. Sarà lui infatti a portare Franco Califano a Milano, dove la sua carriera come paroliere prenderà definitivamente il decollo. Una vita fatta di eccessi, tormenti e contraddizioni, in primis il ruolo della droga e la sua amicizia con Francis Turatello (conosciuto in carcere e diventato un suo amico stretto) ma ricca di amori, musica e poesia. Quest’amicizia non fu mai rinnegata anzi, venne impressa sulla copertina di Tutto il resto è noia attraverso una fotografia che ritrae Franco Califano con il figlio di Turatello. É proprio questo disco che consacrerà il Califfo come il “Pasolini della canzone italiana”. Un album che ha segnato la svolta della sua carriera e che, al suo interno, contiene brani come il già citato Me ‘innamoro de te, Tutto il resto è noia e altri capolavori indiscussi della canzone d’autore. Questo disco è oggi annoverato tra i 100 dischi italiani migliori di sempre secondo la rivista Rolling Stone.

Franco Califano non fu soltanto cantautore ma anche produttore artistico e talent scout, nel film si cita anche l’incontro con i Ricchi e Poveri, i quali devono proprio a lui il loro nome: “Siete ricchi di spirito e poveri di tasca”. Semo gente de borgata, L’ultimo amico va via sono solo alcuni dei brani composti in dialetto romano dal “Califfo” che fa di questo linguaggio la sua cifra stilistica e memorabile. All’interno del film questi brani scandiscono le amicizie e i luoghi della vita del compositore. La metà degli anni Ottanta, come si diceva, segna il periodo dei problemi giudiziari di Califano, il quale dopo l’arresto del 1984 riesce a ottenere i domiciliari. Da questa esperienza nasce il decimo disco, Impronte digitali, i cui brani sono ispirati proprio dalla reclusione forzata e che rappresentano una sorta di rinascita da questo periodo buio e travagliato.

A livello musicale, il film ripercorre parte dei successi e dei componimenti più importanti del Califfo: si parte dal primo vero traguardo, la composizione del testo di E la chiamano estate, interpretato da Bruno Martino al Festival delle Rose nel 1965, oggi diventato un classico della canzone italiana. Si ricorda poi un altro brano di grande successo Da molto lontano che lo chansonnier scrive per Edoardo Vianello, il quale lo ospiterà i primi tempi nella sua casa di Milano e al quale resterà legato tutta la vita da una storica e fondamentale amicizia. Gli anni milanesi sono anche teatro della scena dell’incontro e della composizione de La Musica è finita. Califano e Ornella Vanoni (interpretata egregiamente da Valeria Bono) sono seduti al pianoforte in un quadro che incarna la personalità di entrambi: l’ironia e la bravura della Vanoni unita alla poesia e al conturbante spirito dell’artista romano, trascinano lo spettatore in uno dei momenti più iconici della canzone d’autore: “Tu la canti bene ma sono le cose non dette che fanno la differenza”, afferma Gassman/Califano, il resto è storia.

In conclusione il film si impone di raccontare una vita tormentata e complessa in soli 108 minuti, la percezione è che si sia corso troppo tralasciando o affrontando troppo velocemente e con superficialità alcuni aspetti fondamentali della vita del suo protagonista. Un personaggio che ancora oggi segna nell’immaginario della canzone italiana un ricordo indelebile, spesso sottovalutato. Questa pellicola è allora un buon modo per iniziare a conoscere e ad approfondire uno dei più grandi autori della musica italiana, uno spirito libero, ribelle e anticonformista. Non solo ricordandolo per i casi di cronaca rosa che lo hanno visto spesso al centro dell’attenzione, ma anche per la sua prolificità nel comporre canzoni indelebili (si calcola che ne abbia composte più di mille), i cui testi sono ormai profondamente radicati nel tessuto musicale italiano. Basti ricordare altri titoli come: Minuetto, Una ragione in più, Un grande amore e niente più, La nevicata del ’56. Infine, il cantato in romanesco con cui viene ricordato molto spesso Franco Califano diventa linguaggio universale quando canta, quasi a ritrarsi biograficamente: “Io piango quanno casco nello sguardo de’ ’n cane vagabondo perché ce somigliamo in modo assurdo, semo due soli al monno”.

SCHEDA TECNICA: Califano. Regista: Alessandro Angelini; Genere: biografico, Anno: 2024; Paese: Italia; Durata: 108 minuti; Distribuzione: RAI; Cast: Leo Gassman, Giampiero De Concilio, Valeria Bono, Andrea Ceravolo, Angelica Cinquantini, Angelo Donato Colombo, Jacopo Dragonetti; Genere: biografico.

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