New York, New York

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Voto al film:

C’era una volta a New York, New York

Dopo il grande consenso di critica e pubblico di Taxi Driver, Scorsese, dirigendo questo film, sembra quasi volersi prendere una vacanza da se stesso, dalla violenza, dall’alienazione e dal dramma, per immergersi nel mondo spensierato dei musical MGM, nella nostalgia degli anni del dopoguerra e dei film che vedeva da bambino.

Ma alla fine la propria natura prevale sempre e il regista non riesce, o non vuole, essere leggero: sotto un trucco di scena da commedia brillante (divertentissimi alcuni dialoghi affilati tra i due protagonisti) e da scintillante musical, New York, New York è essenzialmente un affresco spietato di una relazione disfunzionale sulla quale incombe costantemente il fallimento, ed una riflessione pessimistica, dai probabili tratti autobiografici (durante le riprese il regista si stava separando dalla moglie), sui rapporti di coppia.

Di un film leggero manca poi totalmente la componente visiva: la fotografia di László Kovács predilige luci fioche e colori cupi,  l’ambientazione è quasi tutta notturna o in interni e le poche scene in esterno sono girate in teatri di posa, veicolando un senso di artificialità che, in particolare nella scena in cui Jimmy dichiara il suo amore davanti ad uno sfondo di alberi disegnati, sembra  voler sottolineare che la felicità che esprimono i personaggi non è vera, non esiste, è solo una finzione da palcoscenico.

Magnifici sono sicuramente i protagonisti: una misurata e credibile Liza Minnelli, grandi occhi e grandissima voce, ma soprattutto un De Niro al suo meglio, alle prese con un personaggio che rimanda per certi versi al protagonista della precedente pellicola scorsesiana, con il quale condivide l’insoddisfazione, la nevrotica inquietudine e l’insicurezza.  E splendida è la tantissima musica che innerva il film, quasi  un excursus sulla musica popolare statunitense, dallo swing al bebop, dal progressive jazz fino alla musica leggera di fine anni quaranta. Fra le canzoni interpretate magistralmente da Liza Minnelli sono indimenticabili But the World Goes ‘Round e The Man I Love, ma soprattutto la famosissima New York, New York, che dà il titolo al film (per il quale venne scritta appositamente da John Kander e Fred Ebb), portata al successo negli anni ottanta da Frank Sinatra e diventata inno ufficiale della città statunitense.

Il film, uscito nel 1977, fu stroncato dalla critica e si rivelò un clamoroso insuccesso commerciale: probabilmente troppo cupo per piacere agli amanti del musical ottimista e tradizionale e troppo romantico e nostalgico per piacere agli amanti delle atmosfere sordide e violente di Mean Streets e Taxi Driver. Un film imperfetto, troppo lungo (dalla versione originale vennero poi tagliati diversi minuti), forse troppo ambizioso ma a suo modo un grande film, spiazzante, originale e malinconico, con una regia sublime. Tutti elementi che lo accomunano ad un altro grande flop della storia del cinema, sempre interpretato da De Niro: il tardivamente rivalutato C’era una volta in America di Sergio Leone.

L’articolo è apparso anche su Cinefilia Ritrovata
SCHEDA TECNICA
New York, New York (Id., USA, 1977) – REGIA: Martin Scorsese. SCENEGGIATURA: Mardik Martin, Earl Mac Rauch. FOTOGRAFIA: László Kovács. MONTAGGIO: Bert Lovitt, David Ramirez, Tom Rolf. CAST: Liza Minnelli, Robert De Niro, Lionel Stander, Mary Kay Place. MUSICA: John Kander, Fred Ebb. GENERE: Drammatio. DURATA: 153’

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