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Non buona la prima
Nick, cantante che ha fallito la sua grande occasione a Broadway, lavora come manager di produzione in un nuovo musical dedicato a chi ha avuto un solo successo discografico per poi finire rapidamente dimenticato. La sera della prima, tra cantanti bizzosi e latin lover, star sul viale del tramonto, ballerini emotivi e indisciplinati, musicisti in cerca di droga, ex fidanzate alle soglie del successo e produttori spietati, Nick si deve affannare per portare avanti lo spettacolo, mentre cerca di rimettere in ordine la propria vita.
Opening Night, diretto da Isaac Rentz (qui al suo primo film dopo aver diretto diversi videoclip di gruppi quali Blink 182, 5 Seconds of Summer e Linkin Park), offre per quasi un’ora un buon intrattenimento, con un’atmosfera vivace e colorata, dialoghi a tratti divertenti e piacevoli numeri musicali (sia dietro le quinte che sul palco), bilanciando abbastanza efficacemente musical e commedia. Purtroppo però nella seconda parte il film perde energia fino a spegnersi, diventando zuccheroso e retorico, per poi trascinarsi stancamente verso un finale fastidiosamente banale e prevedibile.
Mentre tutto sommato i personaggi secondari risultano all’altezza (in particolare è convincente JC Chasez, “l’altro tizio degli NSYNC vicino a Justin Timberlake”, che interpreta se stesso con grande ironia), uno dei difetti del film è che il protagonista, cardine essenziale intorno a cui ruota tutto, non riesce a reggerne il peso: Topher Grace, arrivato al successo con la serie tv That ’70s Show ed un’onesta carriera hollywoodiana alle spalle, non ha la leggerezza, i tempi comici o la credibilità drammatica che il ruolo avrebbe richiesto.
D’altra parte risultano gradevoli le reinterpretazioni di varie canzoni pop rock degli anni ottanta-novanta (tra le le altre Rock Me Amadeus di Falco, Ice Ice Baby di Vanilla Ice, Livin’ La Vida Loca di Ricky Martin, You Get What You Give dei New Radicals, To Be With You dei Mr. Big e The Bad Touch dei Bloodhound Gang), per quanto manchi quella capacità di reinventare brillantemente canzoni famose ed innestarle nel tessuto narrativo di musical come Moulin Rouge di Baz Luhrmann o come l’ancora migliore Accross the Universe di Julie Taymor.