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Vincenzo Palermo chiude il nostro speciale con Miriam si sveglia a mezzanotte, horror cult di Tony Scott con David Bowie e Catherine Deneuve
Per favore, mordimi sul collo
Ogni epoca ha i suoi vampiri. Gli anni ‘80 si meritano la coppia Deneuve-Bowie, amanti perduti che non possono riconciliarsi nemmeno dopo l’ultima goccia di sangue bevuto. E’ una necrosi progressiva, infatti, quella che colpisce John portandolo ad un invecchiamento precoce, mentre Miriam attraversa da secoli gli oceani del tempo accompagnandosi di volta in volta ad un nuovo compagno per condividere con lui sprazzi di eternità. Dissoltasi in una nuvola di fumo la giovinezza di John, un David Bowie ipnotico nella sua appropriata mise da dandy principesco, Miriam verrà attirata in un impetuoso vortice d’amore con Sarah, una ricercatrice medica che cerca di trovare una cura alla malattia dell’invecchiamento precoce, altresì detta sindrome della progeria.
L’esordio di Tony Scott alla regia con Miriam si sveglia a mezzanotte è una composizione visiva che fonde l’estetica del videoclip con l’atmosfera sensuale del melò a sfondo gotico. Il film, onirico come un’allucinazione condivisa e surreale come una poesia di Rimbaud per immagini, è una riflessione profonda sulla caducità umana riletta attraverso lo sguardo romantico e glaciale del vampiro.
Chi meglio di Bowie avrebbe potuto vestire i panni di un distinto gentleman, raffinato cultore di musica strumentale dai canini aguzzi e dalla vorace fame di sangue umano? Gli ultimi, umanissimi nosferatu del grande schermo con cui è possibile tracciare un paragone sono Tom Hiddlestone e Tilda Swinton in Solo gli amanti sopravvivono, benché si tratti di una coppia convenzionale che dura quanto un abbraccio perpetuo. Se il recente film di Jarmusch è contemplazione filosofica ed estetica, l’affresco barocco di Scott è movimento dionisiaco eversivo che sembra non potersi afferrare, sospeso quasi a mezz’aria come in una scheggia di video-poesia da installazione.
Le musiche che lo accompagnano diventano echi di un lirismo ineffabile in cui è il desiderio a plasmare i corpi eterei dei protagonisti, anch’essi frammenti di un mosaico in cui le immagini compongono una febbricitante danse macabre. Nel freak show a tinte gothic-glam Bowie è perfettamente a suo agio e non potrebbe essere altrimenti perché lui, eclettico eroe solitario, poco prima aveva prestato la sua fisicità androgina all’adattamento televisivo del Baal di Bertolt Brecht, un altro emissario di forze arcane e misteriose. Le creature della notte di Tony Scott hanno una fame inestinguibile − da qui il titolo originale The Hunger − che sfogano alla ricerca di vittime scelte durante le notti in cui diventano predatori e il cui strazio sanguinolento è enfatizzato nel tema della caccia (Bela Lugosi’s Dead dei Bauhaus), controcanto crudele rispetto alle seguenti soluzioni sonore adottate per descrivere la vita aristocratica dei non morti: si va da Schubert a Bach per chiudere con la sinfonia amorosa tratta da Lakmé di Léo Delibes.
Il film diverrà un cult degli anni ‘80, non solamente per le atmosfere decadenti e per la studiata colonna sonora, ma anche per i valzer sensuali consumati da David Bowie e Catherine Deneuve e per il rapimento saffico che porterà tra le grinfie secolari di Miriam la fascinosa Sarah Roberts (Susan Sarandon).
SCHEDA TECNICA
Miriam si sveglia a mezzanotte (The Hunger, GB, 1983) – REGIA: Tony Scott. SCENEGGIATURA: Ivan Davis, Michael Thomas. FOTOGRAFIA: Stephen Goldblatt. MONTAGGIO: Pamela Power. MUSICHE: Denny Jaeger. CAST: Catherine Deneuve, David Bowie, Susan Sarandon. GENERE: Horror. Durata: 90’.
https://www.youtube.com/watch?v=bMxyll4Z_PM&list=PLXnHWWdpL-Y46jGJrLtWfWWlaQXBzeV_M&index=1[:en]
Vincenzo Palermo su Miriam si sveglia a mezzanotte, horror di Tony Scott con David Bowie e Catherine Deneuve
Per favore, mordimi sul collo
Ogni epoca ha i suoi vampiri. Gli anni ‘80 si meritano la coppia Deneuve-Bowie, amanti perduti che non possono riconciliarsi nemmeno dopo l’ultima goccia di sangue bevuto. E’ una necrosi progressiva, infatti, quella che colpisce John portandolo ad un invecchiamento precoce, mentre Miriam attraversa da secoli gli oceani del tempo accompagnandosi di volta in volta ad un nuovo compagno per condividere con lui sprazzi di eternità. Dissoltasi in una nuvola di fumo la giovinezza di John, un David Bowie ipnotico nella sua appropriata mise da dandy principesco, Miriam verrà attirata in un impetuoso vortice d’amore con Sarah, una ricercatrice medica che cerca di trovare una cura alla malattia dell’invecchiamento precoce, altresì detta sindrome della progeria.
L’esordio di Tony Scott alla regia con Miriam si sveglia a mezzanotte è una composizione visiva che fonde l’estetica del videoclip con l’atmosfera sensuale del melò a sfondo gotico. Il film, onirico come un’allucinazione condivisa e surreale come una poesia di Rimbaud per immagini, è una riflessione profonda sulla caducità umana riletta attraverso lo sguardo romantico e glaciale del vampiro.
Chi meglio di Bowie avrebbe potuto vestire i panni di un distinto gentleman, raffinato cultore di musica strumentale dai canini aguzzi e dalla vorace fame di sangue umano? Gli ultimi, umanissimi nosferatu del grande schermo con cui è possibile tracciare un paragone sono Tom Hiddlestone e Tilda Swinton in Solo gli amanti sopravvivono, benché si tratti di una coppia convenzionale che dura quanto un abbraccio perpetuo. Se il recente film di Jarmusch è contemplazione filosofica ed estetica, l’affresco barocco di Scott è movimento dionisiaco eversivo che sembra non potersi afferrare, sospeso quasi a mezz’aria come in una scheggia di video-poesia da installazione.
Le musiche che lo accompagnano diventano echi di un lirismo ineffabile in cui è il desiderio a plasmare i corpi eterei dei protagonisti, anch’essi frammenti di un mosaico in cui le immagini compongono una febbricitante danse macabre. Nel freak show a tinte gothic-glam Bowie è perfettamente a suo agio e non potrebbe essere altrimenti perché lui, eclettico eroe solitario, poco prima aveva prestato la sua fisicità androgina all’adattamento televisivo del Baal di Bertolt Brecht, un altro emissario di forze arcane e misteriose. Le creature della notte di Tony Scott hanno una fame inestinguibile − da qui il titolo originale The Hunger − che sfogano alla ricerca di vittime scelte durante le notti in cui diventano predatori e il cui strazio sanguinolento è enfatizzato nel tema della caccia (Bela Lugosi’s Dead dei Bauhaus), controcanto crudele rispetto alle seguenti soluzioni sonore adottate per descrivere la vita aristocratica dei non morti: si va da Schubert a Bach per chiudere con la sinfonia amorosa tratta da Lakmé di Léo Delibes.
Il film diverrà un cult degli anni ‘80, non solamente per le atmosfere decadenti e per la studiata colonna sonora, ma anche per i valzer sensuali consumati da David Bowie e Catherine Deneuve e per il rapimento saffico che porterà tra le grinfie secolari di Miriam la fascinosa Sarah Roberts (Susan Sarandon).
SCHEDA TECNICA
Miriam si sveglia a mezzanotte (The Hunger, GB, 1983) – REGIA: Tony Scott. SCENEGGIATURA: Ivan Davis, Michael Thomas. FOTOGRAFIA: Stephen Goldblatt. MONTAGGIO: Pamela Power. MUSICHE: Denny Jaeger. CAST: Catherine Deneuve, David Bowie, Susan Sarandon. GENERE: Horror. Durata: 90’.
https://www.youtube.com/watch?v=bMxyll4Z_PM&list=PLXnHWWdpL-Y46jGJrLtWfWWlaQXBzeV_M&index=1
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