Venezia 80 – Maestro

Voto al film:

Se il titolo del film di Bradley Cooper si riferisce all’appellativo professionale del suo protagonista, la scelta della locandina rivela molto di più dell’approccio del regista al suo personaggio: la donna che vediamo di spalle è Felicia Montealegre Cohn, la moglie di Leonard Bernstein, intepretata da una straordinaria Carey Mulligan.

Alla sua opera seconda come regista, lo sguardo di Cooper si posa infatti non tanto sul musicista quanto sull’uomo che si cela dietro la figura pubblica, mostrando come una parte imprescindibile dell’identità del Maestro sia stata la sua relazione con Felicia: un amore grande, difficile, ma che nondimeno ha accompagnato Leonard fino a quando, due anni dopo la loro separazione, lei è venuta a mancare a causa di un tumore ai polmoni.

Articolando il racconto lungo le due direttrici della vita privata e della vita professionale, Maestro risente inevitabilmente della costrizione in un biopic destinato al grande pubblico: concentrarsi su certi momenti-chiave, escluderne alcuni, romanzarne altri. Non si cerchi quindi in questo film un resoconto dettagliato della biografia di Bersnstein: ciò che interessa a Cooper è mostrare la persona dietro l’artista, raccontare un uomo alla ricerca della propria identità attraverso l’arte. Ne consegue che purtroppo molti aspetti della sua carriera o varie sfaccettature della sua presenza nel panorama musicale del Novecento avrebbero potuto essere approfondite maggiormente (ad esempio, l’importanza delle trasmissioni divulgative e dei concerti che realizzò per la CBS, oppure la poliedricità delle sue composizioni). Ciononostante, il fatto che Felicia sia un’attrice permette a noi spettatori di leggere in trasparenza lungo tutto il film il tema dell’arte come strumento catartico: Maestro è un film sulle maschere che portiamo e che devono cadere (o che si fanno cadere) di fronte a chi si ama. Se infatti Bernstein decise di vivere pubblicamente la propria omosessualità solo nel 1976 (sebbene nell’ambiente artistico l’orientamento sessuale di Leonard non fosse un mistero già da prima del matrimonio), Felicia fu da sempre consapevole di questo aspetto del compagno.

Bradley Cooper, oltre ad interpretare con estrema ed efficace mimesi il protagonista, è assai meticoloso nell’organizzare il racconto in modo da realizzare un film sull’auto-affermazione: da un lato rendendo alla perfezione – attraverso alcune interessanti soluzioni visive – l’emozione di Leonard in alcuni importantissimi momenti della sua carriera (come aver sostituito Bruno Walter alla Carnegie Hall nel 1943); dall’altro mostrando come il percorso di Leonard alla ricerca della propria strada abbia coinvolto parallelamente la vita sentimentale e quella musicale.

Come l’uomo sentiva di non dover rinunciare a una parte fondamentale della propria sessualità, così l’artista non poteva scendere a compromessi con chi lo voleva impegnato solo sul fronte della musica “colta”. Da questo punto di vista, la sequenza in cui Felicia lo convince a non abbandonare la composizione di musical e a non cambiare il proprio cognome in “Berns” al solo scopo di avere più probabilità di ingaggio è significativa non solo dal punto di vista registico – con quelle evoluzioni della macchina da presa che ridefiniscono gli spazi – ma anche e soprattutto concettuale: l’amore e la musica sono per Cooper elementi di definizione, forze di affermazione della propria personalità (ricordate A Star is Born?).

Maestro è dunque un’opera che, forte del rispetto con cui Cooper si accosta al suo protagonista, va ben al di là dell’elogio a una figura importantissima nel panorama culturale del Novecento, configurandosi come una dichiarazione d’amore tanto verso la musica quanto verso il cinema.

SCHEDA TECNICA
Maestro (USA, 2023) – REGIA: Bradley Cooper, SCENEGGIATURA: Bradley Cooper, Josh Singer FOTOGRAFIA: Matthew Libatique, MONTAGGIO: Michelle Tesoro, MUSICA: Leonard Bernstein. CAST: Bradley Cooper, Carey Mulligan. GENERE: Biografico, Musicale. DURATA: 129′.

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