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Nostalgia del metallo
È difficile comprendere le reali intenzioni di We Are Twisted Fucking Sister!, documentario firmato da Andrew Horn (The Nomi Song) e dedicato all’omonima band statunitense che, tra gli anni ’70 e gli anni ’80, si fece conoscere sulla scena hair metal; sviluppandosi attraverso un montaggio decisamente canonico, che alterna interviste ai membri della band a filmati di repertorio, il film progredisce con un racconto cronologicamente ordinato dalle origini dei Twisted Sister fino all’esordio televisivo sull’appena nata MTV.
Dato il soggetto della narrazione, una band del periodo aureo del “metallo”, il rischio più grande era quello di far cadere il film nello stereotipo e, soprattutto, nell’anacronistico: motivo per cui We Are Twisted Fucking Sister! sembra essere l’ennesimo documentario su un gruppo musicale di nicchia – in questo caso neanche troppo, confezionato ad hoc per i feticisti del genere e per i nostalgici del capello lungo e cotonato anni ’80. Il film soffre dunque di un impianto narrativo debole, in cui anche l’aneddoto o la storia di come il genere hair metal derivi da quel glam rock portato sulla scena in modo grandioso da David Bowie, viene enfatizzato in modo annoiato e noioso.
Un modo di approcciare l’identità e la musica della band a tratti meccanico, che non fa scaturire la curiosità del non appassionato del genere, mentre lascia il die hard fan cullarsi su vecchi feticci. Le canzoni, così come un’indagine sulla genesi creativa dei pezzi, sono praticamente assenti e lasciano spazio a sequenze che, agli occhi di uno spettatore non metallaro, sembreranno assai bizzarre.
In particolare, verso la seconda metà del film, viene mostrato un filmato di repertorio di un concerto in cui i Twisted Sister inneggiando all’heavy metal dichiarando morta la disco music; il tutto dando fuoco al simulacro di Tony Manero aka John Travolta e al logo di Saturday Night Fever. Certo, il senso del gesto è chiaro: tuttavia la mancanza di coinvolgimento emotivo e contestualizzazione rendono la sequenza e il documentario stesso un film per appassionati e nostalgici del genere.