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Voto al film:

Atmosfere napoletane sotto la lanterna al carbone

Una completa immersione nelle atmosfere partenopee dell’inizio del secolo scorso: questo l’effetto della sonorizzazione dal vivo di due opere di Elvira Notari che il gruppo E Zézi ha offerto agli spettatori di piazzetta Pasolini nell’ultima, magica proiezione con lanterna al carbone di questa edizione del Cinema Ritrovato.

In apertura di serata, la compilazione Napoli sirena delle canzoni (un collage di frammenti di film non identificati girati dalla Notari) ha mostrato al pubblico una parte dell’eredità che la prima donna regista italiana ci ha lasciato: vedute della città, momenti di una storia d’amore, riprese quasi documentaristiche degli strati sociali più popolari. Sebbene non riconducibili ad un’unica opera dell’autrice, questi frammenti sono assai importanti per due ragioni. La prima è senza dubbio l’arditezza tecnica e registica delle riprese: sovrimpressioni poetiche e colorazioni magnifiche rendono questi brevi spezzoni innanzitutto meravigliosi da guardare e poi di grande valore artistico, essendo paragonabili a certe ricerche avanguardistiche francesi dello stesso periodo. La seconda è il fatto che questo è uno dei due collage (l’altro è L’Italia s’è desta) in cui possiamo ammirare le pochissime scene sopravvissute dei film Notari colorati a mano.

Per accompagnare musicalmente Napoli sirena delle canzoni, l’ensemble E Zézi ha eseguito alcune composizioni popolari, in cui molto spesso il canto dialogava con gli strumenti tipici della tradizione partenopea.

L’approccio alla sonorizzazione di ‘A santanotte è stato diverso: per non distrarre lo spettatore, la scelta è caduta su composizioni prevalentemente strumentali, composte dal gruppo stesso nel corso degli anni passati e riadattate per l’occasione, fatta eccezione per alcune brevi tarantelle scritte appositamente per questa serata.

‘A santanotte è un “dramma popolare passionale ispirato alla grande canzone”, ovvero la trasposizione filmica di una sceneggiata napoletana: una storia d’amore travagliata destinata a finire in tragedia in una Napoli che guarda lo svolgersi degli eventi ma diventa protagonista per lo spazio e la cura che la Notari le dedica nell’economia narrativa. Uno dei rari film tuttora visibili che la regista ha realizzato alla Dora film, ‘A santanotte alterna momenti di crudo realismo verso la condizione della donna (la protagonista è una ragazza sfruttata e maltrattata dal padre) a scene molto delicate, in cui si sofferma sui primi piani degli innamorati o dell’anziana madre di lui. Nel film convergono molti elementi della tradizione artistica e cinematografica partenopea: dalla devozione verso i santi alla scelta del napoletano nella redazione delle didascalie, fino all’uso della serenata, che il pubblico ha potuto ascoltare dal vivo. Nell’ambito di una fedeltà allo spirito delle immagini, l’ensemble E Zézi ha colto alcune allusioni presenti nelle didascalie e nelle scene, scegliendo di accompagnare con un pizzicato un momento particolare in cui la didascalia parlava di un “malinconico arpeggio”; suonando delle tammurriate in corrispondenza delle immagini di balli e di tamburi; approntando una variazione malinconica della marcia nuziale nella sequenza del matrimonio e suonando delle danze concitate durante i vorticosi momenti dell’evasione dell’amato dal carcere.

L’articolo è stato pubblicato durante Il Cinema Ritrovato sul sito di Cinefilia Ritrovata.

SCHEDA TECNICA
‘A santanotte (Italia, 1922). REGIA: Elvira Notari. SCENEGGIATURA: Elvira Notari. FOTOGRAFIA: Nicola Notari. CAST: Eduardo Notari (Gennariello), Rosé Angione (Nanninella), Alberto Danza (Tore Spina), Elisa Cava (madre di Tore). DURATA: 61’.

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