LeitChristmas 2018 – Nightmare Before Christmas

Voto al film:

Una favola gotica per Natale

Quando Tim Burton scrisse la prima bozza di quello che sarebbe diventato The Nightmare Before Christmas, la reazione della Disney presso cui egli lavorava come animatore fu di shock e di rifiuto.

Ci vollero quasi dieci anni perché Burton, forte del successo di Edward mani di forbice e Batman – Il ritorno, potesse sviluppare quella poesia illustrata in un vero e proprio soggetto, dapprima per un cortometraggio poi per un tv-movie infine per il lungometraggio in stop-motion di cui oggi possiamo godere. La Disney riteneva comunque che il tono del film fosse troppo cupo ed inquietante per il suo pubblico di bambini e lo fece distribuire tramite la Touchstone Pictures. Il successo fu ampio, sia a livello critico sia di pubblico: per la prima volta un film di animazione fu candidato all’Oscar per i migliori effetti visivi e ancora oggi l’opera rimane ben salda nel suo status di cult.

Sebbene la regia sia firmata dal grande esperto di stop-motion Henry Selick, il film è profondamente burtoniano nello spirito (e infatti fu commercializzato come Tim Burton’s Nightmare Before Christmas): l’atmosfera gotica che si respira, giustificata dall’ambientazione sita ad Halloween Town, rivela molti punti di contatto con altre opere dell’autore di Burbank, siano esse realizzate in live-action (dal citato Edward a Sleepy Hollow) oppure in stop-motion (da La sposa cadavere a Frankenweenie). Ma se è vero che il look e persino i personaggi, specialmente nella prima parte che richiama figurativamente l’espressionismo tedesco, possono sembrare di primo acchito inadatti al pubblico infantile (quantomeno degli anni Novanta), lo spirito del film appare profondamente disneyano e persino natalizio.

Se ci si concentra sul protagonista Jack Skeletron, emerge un primo livello di lettura dell’opera volto a leggere il suo percorso di auto-affermazione come viaggio di un (a)tipico eroe disneyano: da un’iniziale situazione di insoddisfazione e incomprensione egli raggiunge la propria realizzazione come “persona”, comprendendo il proprio posto nel mondo e trovando l’amore, sancito dall’ormai iconica immagine finale di Jack e Sally avvolti dalla luna piena.

Il secondo livello di lettura del film si sviluppa invece sulla necessità del protagonista di usare la logica per capire il significato del Natale e spiegarlo a chi non lo conosce: la comunità di Halloween Town cerca dapprima di comprenderlo con la propria forma mentis per poi adattarlo alla propria mentalità. Quando Jack però si convince che il Natale sia in fondo una cosa semplice, un gioco, uno “scherzetto” di apparenze ed esteriorità concrete, la situazione precipita.

Con entrambi questi piani di lettura le musiche di Danny Elfman, storico collaboratore di Burton, trovano una perfetta sintonia: se l’adattamento di Jingle Bells al mood di Halloween Town risulta divertente e geniale nell’esplicitare questo tentativo di conversione e di appropriazione della festività, canzoni come Jack’s Lament o What’s This? riescono a rendere, tanto a livello testuale quanto a livello musicale, lo smarrimento, lo stupore e la piacevolezza della rivelazione provati dal protagonista. Questo anche grazie alla melodicità dei temi, alla concitazione ritmica e all’abilità vocale di Elfman stesso, doppiato nella versione italiana da Renato Zero.

Per l’aderenza delle musiche ai personaggi e al tono complessivo del film, le composizioni di Danny Elfman fecero guadagnare all’autore la candidatura al Golden Globe per la miglior colonna sonora originale.

SCHEDA TECNICA:
Nightmare Before Christmas (The Nightmare Before Christmas; USA, 1993). REGIA: Henry Selick. SCENEGGIATURA: Michael McDowell, Caroline Thompson. FOTOGRAFIA: Pete Kozachik. MONTAGGIO: Stan Webb. MUSICHE: Danny Elfman. GENERE: Animazione. DURATA: 76’.

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