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Francesco Brunetti debutta su Leitmovie con la recensione di Parole, parole, parole di Alain Resnais

Alain Resnais e il pop

Il periodo artistico di Alain Resnais che va dagli inizi degli anni ’80 alla fine dei ’90 si caratterizza per l’introduzione di due elementi principali: il teatro e la musica, utilizzati come veicoli di sperimentazione di nuove possibilità narrative, mescolando linguaggi differenti mantenendo però sempre come cifra stilistica la non-linearità del racconto, elemento fondante dell’opera del regista.

Così è per Parole, parole, parole (On connait la chanson, 1997), film dalla trama solo apparentemente semplice che racchiude buona parte delle tematiche di questo periodo del cineasta, quali l’arte dell’intreccio, la complessità dei rapporti umani, l’amore che caratterizzano l’articolato sviluppo delle vicende che legano tra loro i vari personaggi in scena. parole parole parole_2Odile, sposata con Claude e desiderosa di acquistare un lussuoso appartamento da Marc, furbo agente immobiliare che si innamora della sorella della cliente, la guida turistica Camille; Simon, timido dipendente di Marc, anch’esso infatuato di Camille, e Nicolas, un amico di Odile convinto di essere gravemente malato.

Nel film la musica assume un ruolo essenziale, fil rouge che spaziando dalla canzone popolare degli anni ’30 al rock anni ’80, viene a esprime caratteri e psicologie di ogni personaggio attraverso brani classici della cultura francese – reinterpretati in playback dagli attori stessi – quasi fossero personali leitmotiv emotivi. Claude ad esempio, infastidito dalla presenza di Nicolas venuto a trovare Odile a casa, canta Et moi dans mon coin di Charles Aznavour, esprimendo nelle frasi iniziali “lui il t’observe, tu te laisses prendre á sono jeu” la sua gelosia per la consorte; Simon invece canta a Camille Nathalie di Gilbert Bécaud, con chiaro riferimento alla sua “guida” di cui è innamorato.

Da Edith Piaf, Dalida (Paroles, paroles), Jacques Dutronc, Bécaud, Serge Lama (Je suis malade), Jane Birkin (Quoi), Sylvie Vartan (La plus belle pour aller danser), Claude François (Chanson populaire), Julien Clerc (Ce n’est rien), non pare allora casuale la scelta di un repertorio popolare, che si fa qui efficace strumento rivelatore di emozioni, pensieri, dubbi, paure e altri stati d’animo. Del resto quale genere più vario e adatto per raccontare i sentimenti universali tanto cari alla chanson française?

La pellicola, interpretata da un cast di alto livello tra cui spiccano Sabine Azema, André Dussolier, Lambert Wilson, Pierre Arditi, Agnès Jaoui e Jean Pierre Bacri, si parole parole parole_3caratterizza per una messa in scena in tono con il commento musicale. Lo stile decisamente più pop dunque e meno austero rispetto ai primi film di Resnais è sorretto da una sceneggiatura vivace e ironica – scritta dagli stessi Bacri e Jaoui – che segue a pieno passo il ritmo del racconto fino allo scioglimento dell’intricato groviglio di incomprensioni e relazioni nascoste. Ogni cosa sembra sistemarsi, la vita continua nonostante il suo bagaglio di incertezze, paure e dolori che possono dissolversi, come ogni cosa passeggera. Lo suggerisce la canzone di Claude François, penultima traccia della colonna sonora, tutto “va e viene”.

SCHEDA TECNICA
Parole, parole, parole (On connait la chanson, Francia, GB, Svizzera, 1997) – REGIA: Alain Resnais. SCENEGGIATURA: Agnès Jaoui, Jean Pierre Bacri. FOTOGRAFIA: Renato Berta. MONTAGGIO: Hervé de Luze. MUSICHE: Bruno Fontaine. CAST: Sabine Azema, André Dussolier, Lambert Wilson, Pierre Arditi. GENERE: Commedia musicale. DURATA: 120′.

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