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Dal Cinema Ritrovato 2016 Lapo Gresleri su E’ nata una cantante di Jazz, commedia musicale di Masahisa Sunohara
Qui la recensione apparsa anche su Cinefilia Ritrovata
I ritmi del proprio tempo
Con la conclusione della Seconda Guerra Mondiale, il Giappone – come le altre potenze sconfitte dalle Forze Alleate – subì l’invasione culturale di matrice statunitense, fenomeno di innovazione di usanze, costumi e stili di vita che segnò, ancora più che in Occidente, un cambiamento radicale nella gioventù locale in netta contrapposizione con la tradizione dei padri.
In questa chiave È nata una cantante di Jazz (1957) si presenta come importante documento del proprio tempo, capace com’è di esprimere nella forma di briosa commedia musicale il contesto coevo con particolare riguardo alla generazione a cavallo della maggiore età. Come in altri film della casa produttrice Nikkatsu che strizzavano l’occhio ai giovani spettatori figli del rinnovato benessere, anche qui si costruisce un prodotto ad hoc, mirato a soddisfare le aspettative e ad alimentare i sogni e le fantasticherie del pubblico di riferimento, andando incontro ai loro gusti ed interessi.
A metà tra melò e commedia musicale, il film di Masahisa Sunohara si presenta come una sorta di Musicarello nipponico in cui però – a differenza dei corrispettivi italiani, allora ancora incentrati sulle melodie di Luciano Tajoli o Claudio Villa e dunque di gusto prettamente popolare – l’influenza americana è già ben presente nello stile, nella trama e nel commento musicale.
Le vicissitudini di Midori, venditrice di olio di camelia notata per sua bella voce e assunta in una compagnia di giovani jazzisti locali per lanciarla come astro emergente della scena locale, rispecchiano gli stilemi del Musical a stelle e strisce di quegli anni, pur se adattati al contesto sociale nazionale. Così ad esempio, se in campagna gli artisti faticano ad affermare la musica moderna vedendosi regolarmente preferire canti tradizionali in abiti tipici, è nella città che tutto diviene possibile e a portata di mano, come dimostrano i fratellini lustrascarpe di Midori che per avvicinare i clienti improvvisano un numero di Tip-tap. Allo stesso modo le vicissitudini sentimentali che legano la protagonista alla sua controparte maschile Haruo sono riflessi del cambiamento sociale in atto. Il loro costante bisticciare riguarda infatti le rispettive presenze sceniche, indicatore questo del nuovo ruolo femminile, figura indipendente e autonoma al pari degli uomini per lo più però ancora incapaci di accettare tale realtà.
Ma come nei film con Fred Astaire e Ginger Rogers, è attraverso la musica che i due personaggi si capiscono, si conoscono e infine si innamorano, superando gli attriti che inizialmente li avevano contrapposti. Lo stile gershwiniano dei numeri musicali densi di citazioni coreografiche e scenografiche da Cantando sotto la pioggia, Un americano a Parigi o Spettacolo di varietà, arricchisce l’american style della pellicola che, pur con limiti ed ingenuità, resta documento di una generazione osservata senza condanna, ma con tenera e comprensiva ammirazione.
SCHEDA TECNICA
È nata una cantante di Jazz (Jazz Musume Tanjo, Giappone, 1957) – REGIA: Masahisa Sunohara. FOTOGRAFIA: Shinsaku Himeda. MUSICHE: Yoshio Murayama. CAST: Chiemi Eri, Hideko Kariya, Yujiro Ishihara. GENERE: Commedia musicale. DURATA: 76′
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