[:it][column width=”1/1″ last=”true” title=”” title_type=”single” animation=”none” implicit=”true”]
[:it]
Alessandro Guatti prosegue lo speciale su David Bowie con la recensione di Labyrinth di Jim Henson
Labirintico Bowie
Nell’anno della dipartita di David Bowie ricorre un anniversario importante per i suoi fan cinefili: sono passati esattamente 30 anni da quel 27 giugno in cui nelle sale statunitensi (per l’Italia fu il 23 dicembre) uscì Labyrinth, il musical/fantasy di Jim Henson in cui Bowie giganteggia nel ruolo di Jareth, il re dei Goblin che esaudisce il desiderio della capricciosa Sarah (Jennifer Connelly), rapendone il fratellino Toby.
È difficile credere che all’epoca questo film abbia incassato soltanto la metà di quanto speso per la sua realizzazione poiché oggi questa pellicola è un fenomeno di culto, non soltanto per la generazione che adorò l’eccentrico glitter-look della star. Naturalmente gran parte della fama di Labyrinth si deve a Bowie, il cui ruolo gli consentì da una parte di sfoderare il suo erotismo indossando costumi aderenti e vestiti di pelle nera o avvolgendosi in neri mantelli, dall’altra di cantare le proprie canzoni inserendole nel tessuto narrativo del film. Per interpretare il ruolo di Jareth la produzione aveva pensato anche a Sting, Michael Jackson, Mick Jagger e Prince, ma la scelta cadde su Bowie e si rivelò assai indovinata perché il personaggio è intrinsecamente dotato di quell’ambiguità che traspariva già dalle canzoni della rockstar. Il Jareth di Bowie è sornione, ironico, consapevole del fascino che esercita non soltanto sulla protagonista ma anche sugli spettatori di entrambi i sessi. La star dimostra una buona presenza scenica sin dalla sua prima apparizione, in cui entra nella stanza di Sarah avvolto dalla luce del temporale e da un pulviscolo luccicante. L’ironia della performance si ritrova anche a livello di sceneggiatura e di regia: Henson gioca con il trasformismo associato de facto a Bowie suggerendoci sia la sua mutazione in barbagianni quando entra nel mondo reale, sia la sua onnipresenza nel mondo diegetico del film con quei volti della star nascosti nelle varie scene: il primo su un ritaglio di giornale incollato nel diario di Sarah, un altro formato dalla prospettiva di alcune rocce, un terzo in fondo a un cunicolo, etc… Con il suo aspetto eccentrico ispirato a Marlon Brando e alle favole dei fratelli Grimm – di cui si ritrova il sapore anche nell’ambientazione fantasy del regno dei Goblin – Bowie si ammanta anche di auto-ironia e delinea un personaggio che sa esprimere sia autorità sia umorismo.
Per Labyrinth Bowie scrisse cinque canzoni che si inseriscono nella colonna sonora strumentale composta da Trevor Jones. Underground viene proposta due volte nel film, in versione breve nella sequenza iniziale e successivamente nella versione completa. Magic Dance è la canzone che ci permette di lasciare Sarah alle sue avventure nel labirinto, per scoprire da spettatori cosa succede a Toby all’interno del castello. Si può notare come Jareth guardi in macchina mentre canta, come a voler infrangere una sorta di quarta parete per coinvolgerci nei suoi disegni. Solo di Chilly Down Bowie non canta la parte principale, che è invece affidata a Charles Augins, Richard Bodkin, Kevin Clash e Danny John-Jules, gli attori che interpretano le creature che tentano di staccare la testa alla protagonista. As the World Falls Down accompagna l’illusorio coronamento del sogno di Sarah: un ballo in maschera con un bellissimo principe, che però lei abbandona per correre a salvare il fratellino. Within You fa invece da commento sonoro all’ultima prova che la ragazza deve superare per salvare Toby: un labirinto nel labirinto, ispirato alle opere di Maurits Cornelis Escher. Di Underground e As the World Falls Down, per promuoverne l’uscita come singoli, furono realizzati due videoclip che contengono espliciti riferimenti al film.
SCHEDA TECNICA
Labyrinth – Dove tutto è possibile (Labyrinth, UK-USA, 1986) – REGIA: Jim Henson. SCENEGGIATURA: Terry Jones. FOTOGRAFIA: Alex Thomson. MONTAGGIO: John Grover. MUSICHE: Trevor Jones, David Bowie. CAST: David Bowie, Jennifer Connelly. GENERE: Fantasy. DURATA: 102′
[/column][:]