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A ritmo di horror
Il celeberrimo videoclip della hit di Michael Jackson Thriller, realizzato da John Landis nel 1983, è a tutti gli effetti un cortometraggio che vede la popstar trasformarsi in un lupo mannaro e in uno zombie sulle note della scary music di Elmer Bernstein.
La mano di Landis si rivela sia nella struttura narrativa sia nel tono misto horror/ironico, ingredienti entrambi ereditati dal film che conquistò Micheal Jackson spingendolo a coinvolgere Landis nel progetto del video: Un lupo mannaro americano a Londra.
Il regista statunitense realizzò il videoclip (assunto ormai a livello di cult) quando Thriller, l’omonimo album di Jackson che conteneva il singolo, era già uscito. In seguito alla commercializzazione del video le vendite dell’album raddoppiarono. Il videoclip, proiettato su grande schermo nel dicembre 1983 dopo Fantasia di Walt Disney affinché potesse concorrere per l’Academy Award destinato ai cortometraggi, fu il primo ad essere inserito nel National Film Registry della Library of Congress per la sua pregnanza estetica e culturale.
Il Making of Michael Jackson’s “Thriller”, documentario di Jerry Kramer che esplora il backstage del videoclip mostrandoci come sono state realizzate le varie sequenze dal punto di vista tecnico, il film offre uno sguardo ravvicinato sul lavoro di molti collaboratori di Landis, in particolare del truccatore Rick Baker e del coreografo Michael Peters, che vengono seguiti nelle varie fasi del loro lavoro (prove di danza, sessioni di trucco della durata di diverse ore, etc.).
Arricchito da vari spezzoni di performance di Michael Jackson (memorabile quella di Billie Jean nella trasmissione Motown 25: Yesterday, Today, Forever del 1983, in cui Michael si esibisce per la prima volta nella iconica moonwalk), il filo conduttore del film è tuttavia il rapporto tra Jackson e Landis, ripresi mentre scherzano, lavorano insieme e si divertono. Ne emergono due ritratti peculiari: quello del regista meticoloso che si mette al servizio di un artista e quello di un giovane cantante che si affida alle mani esperte di professionisti. Si creano con tutta evidenza sinergia e grande complicità: Kramer può così immortalare momenti assai particolari che svelano la personalità di questi due grandi dello spettacolo, nella loro più completa spontaneità. Proiettato in occasione del restauro della versione 3D del cortometraggio presentato a Venezia 74, mai prima d’ora il documentario era apparso su grande schermo: dopo essere stato trasmesso in televisione nel 1983 ed essere stato disponibile in formato VHS dal 1983 al 1990, non era infatti più stato concesso in licenza per la messa in onda né commercializzato in alcun formato. Per i fan di Landis e di Jacko, un’occasione più unica che rara.