Moonwalkers

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Andrea Zacchi mette in luce i limiti del curioso Moonwalkers, opera prima di Antoine Bardou-Jacquet versione farsesca del complotto lunare del 1969

Voto al film:

Una teoria complottista americana a Londra

Secondo la madre di tutte le teorie complottiste, il 20 luglio 1969 gli Stati Uniti non mandarono i propri astronauti sulla luna e ciò che tutto il mondo vide in diretta fu solo una trasmissione televisiva con Stanley Kubrick alla regia che riutilizzava le scenografie di 2001: Odissea nello spazio, uscito l’anno prima. Partendo da questo spunto lo sceneggiatore Dean Craig si è immaginato una versione ancora più farsesca degli eventi, portata sullo schermo dal regista francese esordiente Antoine Bardou-Jacquet. Nella Londra molto swinging e hippie del 1969 arriva l’agente della CIA Tom Kidman, reduce del Vietnam in pieno squilibrio mentale da sindrome post-traumatica, con il compito di convincere a suon di dollari Kubrick a realizzare un finto allunaggio da trasmettere in mondovisione nel caso la vera missione dovesse fallire. Vittima di un raggiro da parte di un manager musicale squattrinato e di un drogatissimo falso Kubrick, Kidman, con l’aiuto dei due truffatori, si trova a dover affidare la realizzazione del finto allunaggio ad uno strampalato regista sperimentale che vive in una comune e ad affrontare un’intera gang criminale londinese.

Da un’idea brillante (la parodia di un falso) il regista ricava però solo una commedia farsesca poco più che mediocre nella quale si rivedono “shakerati” tra loro, seppur in tono minore, la Londra lisergica e psichedelica di fine anni Sessanta di Ciao Pussycat, il finto film di Argo, lo splatter comico di Tarantino e la malavita cockney sopra le righe di Guy Ritchie.

Troppi ingredienti che Bardou-Jacquet non riesce a dosare efficacemente, finendo per realizzare un film vintage e citazionista (dalla pur bella sigla iniziale animata che ricorda Yellow Submarine a diversi riferimenti/omaggi alle opere di Kubrick), con poche idee originali e pochi momenti veramente divertenti: un paio di gag con Perlman ed un’esilarante scena con un finto astronauta strafatto di acido.

A reggere tutto il peso del film è il bravissimo Ron Perlman (Hellboy, Sons of Anarchy, Beauty and the Beast), il quale riesce a rendere credibile un personaggio in bilico tra Terminator e Alice nel Paese delle Meraviglie, riempiendo il vuoto lasciato in particolare dal coprotagonista, un Rupert Grint (l’amico Ronald di Harry Potter) così poco incisivo da sembrare una comparsa nonostante sia quasi sempre sulla scena.

La colonna sonora poi, insieme ad una banalissima selezione di famosissime e belle canzoni del periodo (White Rabbit dei Jefferson Airplane, Daydream dei The Lovin’ Spoonful e Fortunate Son dei Creedence Clearwater Revival), presenta alcuni interessanti brani recenti ma di gusto vintage, come Acid Trip di Alex Gopher & ‘Etienne de Crecy’ e Fire In The Sky di Daniel Pemberton.

SCHEDA TECNICA
Moonwalkers (Id., Francia, 2015) – REGIA: Antoine Bardou-Jacquet. SCENEGGIATURA: Dean Craig. FOTOGRAFIA: Glynn Speeckaert. MONTAGGIO: Chris Gill, Amélie Massoutier, Bill Smedley. CAST: Ron Perlman, Rupert Grint, Robert Sheehan. MUSICA: Matthieu Sibony, Tom Stubbs (Wolfgang Black), Kasper Winding. GENERE: Commedia. DURATA: 107’. DVD italiano distribuito da Eagle Pictures dal 22 marzo 2017

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