Seeyousound 2025 – Peaches Goes Bananas

Il documentario su Peaches, icona electro-pop-punk, celebra la sua autenticità: dalle provocazioni a Monteverdi, al corpo che cambia alla sua vita privata.

In un mondo dove Madonna sta perdendo la bussola e Amanda Palmer è in guai seri, Peaches – classe 1966 – si difende ancora benissimo. Sarà che, come mostra questo documentario a tratti molto intimo, ha alle spalle una famiglia unita che l’ha amata e che ha accettato e supportato la sua carriera per quanto provocatoria possa essere. Sarà che non vive a Hollywood ma a Berlino. Sarà che la sua vita è molto meno droga e rock and roll del personaggio che porta sul palco: è stata, infatti, una di quelle maestre di scuola con cui i bambini non si annoiano mai, una coinquilina creativa, la sorella complice e presente di una persona disabile, un’artista con una sua stage personality definita che, però, non disdegna le sfide. Una su tutte: interpretare Orfeo nell’omonima opera di Monteverdi. Può non essere la voce migliore, sicuramente è il miglior corpo, un corpo che va oltre il genere (ribaltando la tradizione dei castrati che interpretano donne) e che comprende a pieno il concetto di andare a fondo fino all’inferno per trovare l’amore.

Peaches oggi è in menopausa e, differentemente da Madonna, non si vergogna a mostrare il suo corpo appena entrato nel terzo tempo senza ritocchi. La sua musica electropunk e i suoi testi di una sessualità talmente iperbolica da perdere quasi il contesto (il film inizia con Vaginoplastic recitata) sono quasi esaltati dal corpo nudo di una ultracinquantenne. Peaches mostra quel che i benpensanti trovano giusto non mostrare e canta quel che non va cantato: non suonerà chitarroni scordati e non proverrà dal duro lavoro delle miniere inglesi, ma il livello di punk è comunque alto.

Il film – ed è possibile grazie alla lunga amicizia fra la performer e la regista – mischia vari piani temporali, tanto che quasi ci si perde. Solo nel finale si capisce che la sorella e il padre non ci sono più e che quella Peaches che pareva diversa era effettivamente più giovane. La musica, l’aspetto performativo, il pubblico che canta a squarciagola Fuck the pain away, probabilmente è il collante fra presente e passato ed è questa continuità così solida a confondere. C’è da dire che, per quanto alcune scelte stilitisiche d’immagine possano apparire datate (la scena delle torte – punk o spreco?), Peaches parlava di genere, stereotipi e di fluidità di genere quando non era un argomento sulla bocca di tutti come oggi. Basti pensare alla foto con la barba nella copertina di Fatherfuckers. Il suo corpo è sempre stato al centro assieme alla sua musica e il corpo che cambia, filmato da Marie Loisier, è la sua nuova provocazione in un mondo tendenzialmente gerontofobo come quello dello spettacolo.

Peaches goes Bananas (Francia/Belgio, 2024). REGIA: Marie Losier FOTOGRAFIA: Marie Losier. MONTAGGIO: Ael Dallier-Vega. CAST: Peaches. GENERE: Documentario. DURATA: 73’.

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