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L’approfondimento sull’aspetto musicale de L’ultima tentazione Cristo di Martin Scorsese nella recensione di Marcello Polizzi
Qui l’articolo pubblicato anche su Cinefilia Ritrovata
Il dono del suono e della visione
Ci sono film in cui l’armonia che si crea tra musica ed immagini pare realizzarsi e prender forma ad un livello più profondo rispetto ad altri esempi e che in maniera perfetta rinnova e al tempo stesso trascende quel solido legame audiovisivo che ancora una volta, inesorabilmente, si ripete incessante sullo schermo dinanzi ai nostri occhi. Una compenetrazione, quella tra immagine e suono, senza fine, inesorabile proprio come il destino del Cristo messo in scena da Scorsese nel suo film–scandalo e alla cui potenza scenica ed uditiva non possiamo in alcun modo sottrarci.
L’esperienza visiva de L’ultima tentazione di Cristo risulta un’esperienza fortemente totalizzante, merito anche della magistrale colonna sonora di Peter Gabriel, senza la quale probabilmente ciò non sarebbe avvenuto in maniera così completa ed assoluta. L’eclettismo dell’ex Genesis dà vita ad un magma sonoro dotato di una forza suggestiva debordante, capace di fondere in un unico flusso musicale, suoni e ritmi di natura tanto diversa, esaltandone le caratteristiche in un fertile incontro di stili e atmosfere.
Con questo celebre esperimento di musica per film, pubblicato poi su disco con il titolo di Passion, Gabriel (re)inventa la world music e reinterpreta così tutto ciò che era stato fatto a riguardo fino ad allora, creando un nuovo genere, che dilagherà negli anni ’90, e segnando uno dei punti più alti della sua carriera. In queste note l’Oriente sposa l’Occidente, in una danza mistica le evocative melodie di Nusrat Fateh Ali Khan e Youssou N’Dour e gli esotici violini di Shankar si sviluppano su influssi elettronici e sonorità ambient di chiara matrice gabrieliana, toccati da leggeri echi progressive.
La bellezza del lavoro svolto dall’artista britannico risiede dunque nella sua immediatezza, in quell’impatto emotivo tipico del rock, creando però al tempo stesso una sospensione ed una sensazione di straniamento grazie alle suggestioni sonore di paesi lontani. Esaminare questa doppia natura delle musiche de L’ultima tentazione di Cristo, che da un incontro-scontro si risolvono in un’ unità compiuta, significa osservare ed analizzare il fulcro stesso del film secondo una chiave di lettura affascinante e significativa in relazione alle scelte espressive del regista.
Nelle peculiarità sonore che ascoltiamo risuona quindi tutta la dualità della natura del Cristo, alla base dell’opera di Scorsese. Dall’alto della sua riconosciuta attitudine musicale e della invidiabile capacità di forgiare in modo fluido e naturale le immagini sulle melodie, il cineasta newyorchese è riuscito allora a dare voce e suono a quel supremo conflitto, quella lotta tra l’essere divino e umano in un sol corpo, a mettere in scena i turbamenti di un’anima tentata, che profondamente e con decisione si impongono all’ascolto mentre si offrono alla visione. Una Passione recitata, cantata e suonata nello stesso istante, dove musica e cinema divengono pienamente complementari e si giustificano reciprocamente in un’unica forma a sé stante, generata da un fecondo e meraviglioso atto di sintesi.
SCHEDA TECNICA
L’ultima tentazione di Cristo (The Last Temptation of Christ, USA 1988) – REGIA: Martin Scorsese. SCENEGGIATURA: Paul Schrader. FOTOGRAFIA: Michael Ballhaus. MONTAGGIO: Thelma Schoonmaker. MUSICHE: Peter Gabriel. CAST: Willem Dafoe, Harvey Keitel, Barbara Hershey, Verna Bloom, David Bowie. GENERE: Drammatico. DURATA: 164′
https://www.youtube.com/watch?v=qJKxg4p-Alk[:en]
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