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Zeta di Cosimo Alemà, il primo film italiano dedicato all’odierno univero rap nostrano nella recensione di Federica Marcucci
Quando la punchline è il fulmine in clausola dell’outsider
Il rap è un genere musicale che spesso sfugge a etichette convenzionali, che riesce a essere davvero coerente con se stesso nel momento in cui sceglie di descrivere un universo in limine tra il cuore pulsante dell’underground e il business del mainstream. Lo sa bene il regista di Zeta, Cosimo Alemà, il quale, forte di un esperienza giovanile nel mondo dei videoclip, ci consegna una storia in cui il rap diventa non solo incredibilmente accessibile, ma soprattutto chiave di lettura di una vicenda umana realistica. Facendo capolino dalla nicchia la musica dei bassifondi romani, potrebbe essere paragonabile a qualsiasi altro genere musicale contemporaneo – e non solo – in quanto capace di essere davvero colonna sonora di un determinato background culturale e sentimentale.
Alex (Diego Germini) e Marco (Jacopo Olmo Antinori) sono due giovani della periferia romana, il loro sogno: sfondare nel rap. In un mondo in cui ogni giornata si ripete sempre identica, scandita da un lavoro odiato, raid della polizia contro delinquenti di bassa leva e un diabete che stronca, la musica sembra essere la sola via di fuga. L’unico modo per prendere in mano la propria esistenza, gridando in faccia al mondo tutte le brutture viste e subite. Poi c’è Gaia (Irene Vetere) che, con la sua dolcezza dimessa, è per entrambi spiraglio di luce, l’altro vertice del triangolo. Qualcosa inizia a cambiare quando Alex viene notato da un produttore, balzando improvvisamente dai casermoni del suo quartiere alle feste più in del mondo rap facendosi chiamare Zeta.
Zeta aka Alex, che in modo quasi pirandelliano rifiuta la sua identità, è un uno nessuno e centomila che racchiude tutte le lettere dell’alfabeto. Accecato da un’illusione, imboccherà un sentiero che inevitabilmente lo porterà a sbagliare, a perdere. Tuttavia è notevole che il suo personaggio non diventi una scontata metafora di riscatto sociale, né tantomeno artistico: Alex/Zeta continua a battersi per riscattare se stesso, la sua umanità.
Un film, Zeta, che profuma di rivincita dallo stile grezzo ma tutto italiano, memore sicuramente di alcuni celebri predecessori (basti pensare a Flashdance) che hanno aperto la strada a un filone che è arrivato fino a Step Up passando per Save the Last Dance. Da segnalare vari camei di rapper come Fedez, J-Ax, Clementino e Baby K, e la colonna sonora, distillato della cultura rap nostrana, in cui troviamo i nomi di Rocco Hunt e dello stesso Izi (nome d’arte di Diego Germini).
SCHEDA TECNICA
Zeta (Italia, 2016) – REGIA: Cosimo Alemà. FOTOGRAFIA: Edoardo Carlo Bolli. MONTAGGIO: Maria Fantastica Valmori. MUSICHE: Izi, Salmo, Andrea Farri, Noyz Narcos, Metal Carter, Shablo, Baby K, Rocco Hunt, Rancore, Briga, Tormento, Cor Veleno, Ensi, Moses Sangare, Lowlow, Raffaela Hebert, Tony Haze & Fatt MC, Zedyo, Ballistic, Masta, Smb, Sick Luke, Dj Mike. CAST: Salvatore Esposito, Jacopo Olmo Antinori, Irene Vetere, Diego Germini, Claudia Nahum. GENERE: Drammatico. DURATA: 100’
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