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Il secondo tragico David Brent
Ricky Gervais ritorna, dopo 15 anni, a indossare la comica e goffa maschera di David Brent, il protagonista della celebratissima serie televisiva britannica The Office (il cui successo ha portato alla realizzazione di remake negli Stati Uniti, Francia, Germania, Canada, Cile, Israele e Svezia), che nei primi anni duemila aveva raffigurato, con originalità ed umorismo politicamente scorretto, la vita degli impiegati, con le loro piccole ipocrisie, miserie ed invidie.Utilizzando la stessa tecnica del falso documentario sperimentata con The Office, il film di Gervais segue Brent, ora rappresentate di prodotti di pulizia, lungo le strade di piccoli centri inglesi durante un tour musicale autofinanziato, l’ultima occasione per far sentire le sue canzoni e non abbandonare il velleitario sogno di diventare una rock star.
Monumento ad un personaggio fantozziano non tanto nella sfortuna quanto nella costante inadeguatezza, David Brent: Life on the Road celebra il patetico, triste, insopportabile ma involontariamente divertentissimo Brent, archetipo del buffone che non fa ridere, straordinario creatore di imbarazzo ed eroico collezionista di gaffe che alla fine conquista per il candore, l’ingenuità e l’energia masochistica che mette nel cercare di piacere.
Gervais, che ha iniziato la carriera come cantante in un gruppo new wave negli anni ottanta (Seona Dancing), è autore di quasi tutte le canzoni che Brent, accompagnato dalla band Foregone Conclusion, canta nei disastrosi concerti del tour: divertentissime parodie di canzoni di impegno sociale come Please Don’t Make Fun of the Disableds e Native American, dove il maldestro uso del politicamente corretto per parlare di disabili e nativi americani diventa comicamente offensivo, oppure sottili prese in giro di ballate pop come Electricity, con l’autoironica partecipazione di Chris Martin dei Coldplay.