Biografilm 2024 – Südtirock

Skanners, D.H.A.R.M.A., Anna e i dentici, No Choice, WC, Khalmo, Stuff and Nonsense, Graveworm… sono alcuni nomi della scena alternativa metal e punk (guai a confonderli!) Sudtirolese (parliamo di anni Ottanta e Novanta), intervistati in questo documentario. La storia delle band è legata indissolubilmente alla storia di Bolzano, città di frontiera. Sotto il regime, i fascisti si erano comportati da colonizzatori; dall’altro lato i tedeschi, nell’affermare la propria identità, dopo la guerra sono sconfinati spesso nel neonazismo. L’underground di trenta-quaranta anni fa rifletteva questa tensione nell’aria andando verso generi duri e rugginosi, di protesta.

Esce fuori, da Südtirock, una Bolzano poco conosciuta al di fuori della storia locale: la Bolzano del conflitto etnico e delle bombe alla sede RAI, di Alex Langer che si oppone al censimento etnico e cerca di costruire ponti fra diverse appartenenze – la cui controparte inaspettata è proprio la scena musicale indipendente. Il sogno di Langer le band lo mettono in pratica: quando entri, nessuno ti chiede se sei italiano o tedesco. L’importante è che suoni bene e che piaccia lo spirito del gruppo. Alcune formazioni tedesche, tipo i WC, hanno in repertorio anche pezzi in italiano. Alcune sono trilingue, includendo anche l’inglese.

I WC raccontano di un episodio riguardante il pezzo punk-folk-goliardico Sommer in Tirol: durante un live, un gruppo di Schützen – di questi che si vestono con gli abiti tradizionali e “hanno l’abitudine di alzare il braccio troppo spesso” – hanno chiesto il bis del pezzo solo perché chiamava quella terra “Tirol”. “È molto importante per noi”, si sono giustificati – e WC si sono guardati bene da esaudire i loro desideri.

Un pezzo in inglese significativo che viene citato è Oltrisarco in the night degli Skanner, i Black Sabbath sudtirolesi, il gruppo di maggior successo. Oltrisarco, assieme a Don Bosco, sono i quartieri italiani di operai immigrati più citati nel documentario. E spesso, le band nascevano in questi contesti: case popolari, risse, comitive nelle quali l’eroina a un certo punto inizia a girare. Ecco un’altra cosa per cui molti degli intervistati ringraziano la musica: averli tenuti lontani dall’eroina. Si scopre allora che alcuni luoghi turistici, alcuni pittoreschi borghi di montagna sono stati (e ohimè sono tornati a essere) importanti centri di spaccio.

Manca l’offerta culturale giovane e, in un’era di guerra ai centri di aggregazione autogestiti, è una mancanza tornata in grande stile.

La memoria di quegli anni però è viva e ben conservata: una delle cose belle del documentario è l’uso massiccio di materiale d’archivio. Il regista in sala ha parlato addirittura di una grossa operazione di digitalizzazione di materiale video anche privato riguardante Bolzano. Sono testimonianze visive sgranate, opache, che portano con sé i segni del tempo e in questo sta la loro bellezza.

Scheda tecnica: Südtirock: suoni di confine (Italia, 2024) – REGIA: Admin Ferrari, Jadel Andreetto. MUSICA: Skanner, Khalmo, Stuff and Nonsense, WC, Graveworm, No Choice, Anna e i dentici, AA VV. Cast: Skanner, Khalmo, Stuff and Nonsense, WC, Graveworm, No Choice, Anna e i dentici, GENERE: Documentario. DURATA: 60′.

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