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La fagocitazione dell’Io
Sebbene dica di non bere alcol, sebbene appaia come la più limpida e incorruttibile creatura che abbia mai messo piede in quella casa, lei, ispiratrice e co-generatrice di un processo creativo – quello del protagonista, il “poeta”, interpretato da un Javier Bardem completamente allucinato – dagli esiti alquanto frangibili, la madre sembra afflitta da una specie di delirium tremens incontrollato.
Materializzandosi di continuo una realtà che trascende l’usuale forma delle cose, quale, d’altra parte, uno dei motivi sovrastanti e sottostanti la superficie dell’opera di Aronofsky, senza dubbio di non facile fruizione visiva, la madre – una quanto mai titanica Jennifer Lawrence – si abbandona al flusso degli eventi; pur lamentandone l’irrazionalità e l’apparente casualità, non risulta mai completamente decisa a volersene districare.
Ciò che è chiaro è il suo stato di dispersione, di quella disgregazione semantica che, in un qualche modo e grazie al sapiente uso del montaggio sonoro, riesce a immettersi nella psiche dello spettatore, benché ne attraversi soltanto i contorni. A questa Mostra del Cinema di Venezia, Darren Aronofsky presenta il suo settimo lungometraggio Mother!, ragionando, in conferenza stampa, su un aspetto preponderante in particolar modo nella seconda parte: un sonoro che alterna momenti di disturbante intensità al più assoluto minimalismo, proveniente direttamente dalle pareti di una casa che di paradisiaco e incantevole conserva ben poco.
Scelte contenutistiche e formali sono chiare eco di quella sospensione dell’incredulità che parte della poesia romantica inglese aveva interiorizzato, portate, da Aronofksy, verso esiti a metà tra il meraviglioso e grottesco, ma una sfumatura del genere, pervasa da una spettacolarità solo a tratti ben definita, concorre a chiarificare il senso complessivo dell’opera: una riflessione sulla frangibilità delle relazioni umane e dei rischi di involuzione propri di un atteggiamento eccessivamente antropocentrico e vanesio come quello del poeta, i cui versi, pur millantando altruismo e “condivisione”, sono la mera facciata di un animo insoddisfatto e in perenne contraddizione con ciò che egli stesso è o dice di essere.
Ed è la madre, che in verità è una non-madre, a dover soccombere rispetto ai folli deliri del marito, trovandosi alla fine privata di ciò cui aveva consacrato tutta se stessa. Diverso è invece lui, devoto all’ambivalenza dell’eterno ritorno dell’uguale rappresentato dalla realtà del ciclo esistenziale, movimento dialettico di creazione e distruzione che impone la morte per il ritorno alla vita.
SCHEDA TECNICA
Mother! (USA, 2017) – REGIA: Darren Aronosfky. SCENEGGIATURA: Darren Aronosfky. FOTOGRAFIA: Matthew Libatique. MONTAGGIO: Andrew Weisblum. MUSICHE: Tony Finno. CAST: Jennifer Lawrence, Javier Bardem, Ed Harris, Michelle Pfeiffer. GENERE: Horror. DURATA: 121’
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