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Carlotta Acerbi sulla trasposizione cinematografica della tormentata vita della stella della canzone francese Dalida nell’omonimo film diretto da Lisa Azuelos
Sbiadito ritratto d’artista
Da Frida con Salma Hayek a La vie en rose, il film sulla vita di Edith Piaf con Marion Cotillard, a Coco avant Chanel con Audrey Tatou, negli ultimi anni sono stati tanti i film girati per la televisione e per il grande schermo, mini-serie e fiction, ispirati alla vita di grandi artiste diventate icone. All’origine, la volontà di celebrare la figura femminile e i suoi successi, ma anche di riportare alla memoria ricordi e atmosfere vintage sempre attuali e di moda. Alcuni film riescono a soddisfare queste ambizioni, altri meno.
Dalida, biopic sulla vita tormentata della nota cantante franco-italiana, trasmesso direttamente da Rai1 a febbraio 2017, proprio pochi giorni dopo Sanremo, rientra tra quelli che hanno provato a portare sullo schermo il ritratto a tutto tondo di una grande donna, ma senza riuscirci.
Il film si apre nel momento in cui Dalida vive il lutto per la morte recente del compagno (vero o presunto) Luigi Tenco, e da lì ripercorre la vita della cantante, attraverso flashback che raccontano la difficile infanzia e gli amori sfortunati, e testimonianze delle persone a lei più vicine nella carriera e nella vita, come il fratello e manager Orlando e il produttore – marito per breve periodo, amico per tutta la vita – Lucien Morisse.
La sceneggiatura, opera della regista stessa Lisa Azuelos – a sua volta figlia di una cantante, Marie Laforet – risulta debole e sbiadita, così come il ritratto della cantante portato sullo schermo dalla modella e attrice italiana Sveva Alviti, physique du role perfetto, ma poco credibile nell’interpretazione a causa soprattutto di un freddo e a tratti amatoriale auto-doppiaggio dell’attrice che doppia se stessa in italiano, risultando poco empatica anche nella propria lingua.
La carriera artistica di Dalida è, invece, ben tratteggiata: il film ripercorre tutte le fasi, dagli inizi ai grandi successi di critica e pubblico, all’approdo al mondo della musica dance e al cinema. Amore scusami, Ciao amore ciao, Histoire d’un amour, Je suis malade, sono solo alcuni dei grandi successi portati in scena e che concorrono a restituire al film quell’autenticità altrimenti introvabile in un elenco di fatti narrati che si susseguono senza lasciare spazio all’immedesimazione e al coinvolgimento del pubblico. È quindi solo grazie alle musiche, per le quali sono state utilizzate le registrazioni reali della cantante, che il film riesce a trasmettere il tormento e la complessità della donna e il suo talento d’artista.
SCHEDA TECNICA
Dalida (Id., Francia-Italia-Marocco, 2017) – REGIA: Lisa Azuelos. SCENEGGIATURA: Lisa Azuelos. FOTOGRAFIA: Antoine Sanier. MONTAGGIO: Baptiste Druot. MUSICHE: Jean-Claude Petit CAST: Sveva Alviti, Riccardo Scamarcio, Jean-Paul Rouve, Alessandro Borghi. GENERE: Biografico. DURATA: 124’. Trasmesso da Rai1 il 15 febbraio 2017
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