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Marcello Polizzi ci introduce Cab Calloway al cinema
Presentiamo di seguito l’articolo pubblicato su Cinefilia Ritrovata
“Quando parliamo di cinema e jazz, parliamo di un connubio indissolubile che lega queste due arti da più di cento anni. Il cinema e il jazz si conoscono in pratica da sempre, e questo profondo rapporto viene esaminato e presentato sotto le sue varie forme nella rassegna “Il Jazz al Cinema”. Tale proficua collaborazione ha dato svariati frutti nella storia della settima arte, dal sottogenere del jazz-film sino a linguaggi audiovisivi più articolati grazie al particolare uso che del jazz hanno fatto alcuni registi nelle loro pellicole. Ma l’aspetto forse più interessante è che il jazz al cinema si è mostrato il più delle volte come uno specchio della situazione culturale e sociale dell’America e come sottolineato dai curatori della sezione, Ehsan Khoshbakht e Jonathan Rosenbaum, “i modi in cui il jazz è stato usato nei film ci rivelano sempre molto delle tendenze sociali, etniche, estetiche e culturali di un determinato contesto storico”. Questo forte dialogo si è probabilmente consolidato proprio grazie alla simile natura che accomuna le due arti, contraddistinte oltre che dalla giovane età e dalla velocissima evoluzione espressiva, anche da quel carattere popolare e quindi da quella fatica con cui si sono “affrancate da origini socialmente riprovevoli battendosi per ottenere dignità e riconoscimento”. Ad aprire le danze della rassegna ci hanno pensato i cortometraggi Cab Calloway’s Hi-De-Ho e Tillie, proiettati prima del Ball of fire di Hawks.
Cab Calloway’s Hi-De-Ho del 1934 diretto da Fred Waller rientra nel filone del già citato jazz-film, che tra gli anni venti e quaranta ha svolto soprattutto la funzione di documentazione delle esibizioni musicali, dando vita soprattutto con queste pellicole di breve durata ad alcuni tra gli esempi più interessanti di jazz al cinema. Gli undici minuti del film di Waller mostrano delle scatenate esibizioni del cantante e musicista Cab Calloway che si dispiegano su una trama fortemente umoristica e dalle sfumature deliziosamente sognanti. L’importanza delle performance di Calloway è fondamentale, essendo stato assieme a Duke Ellington tra i primi a far ascoltare il jazz dal vivo attraverso le famose trasmissioni del Cotton Club di New York. E la radio attraverso cui gli spettacoli venivano trasmessi ritorna nel film imponendosi come chiave della trama e la sua diffusione in quegli anni si impone come significato sociale della pellicola. Proprio quella radio che “porta i grandi artisti radiofonici a casa vostra” e attraverso cui Calloway si materializza nella camera di una bella signora intenta ad ascoltare la sua trasmissione…in assenza del marito!
Tillie di William Forest Crouch è invece un brevissimo corto del 1945 ascrivibile alla categoria dei Soundies, cortometraggi musicali di tre minuti che, proiettati dal video juke-box Panoram, negli anni quaranta costituirono i precursori dell’odierno videoclip. Va da sé l’importanza di sottolineare anche in tal caso la portata culturale intrinseca a questi video, capaci prima dell’avvento della tv di documentare su pellicola le esibizioni degli artisti di quegli anni e di immortalare così le note dell’epoca d’oro del jazz.”
SCHEDE TECNICHE
Tillie (Id., USA, 1945) – REGIA: William Forest Crouch. MUSICA: Cab Calloway. CAST: Cab Calloway. GENERE: Musicale. DURATA: 3′
Cab Calloway’s Hi De Ho (Id., USA, 1934) – REGIA: Fred Waller. SCENEGGIATURA: Milton Hockey, Fred Rath. FOTOGRAFIA: William O. Steiner. MUSICA: Cab Calloway. CAST: Cab Calloway, Fredi Washington, Ethel Moses. GENERE: Musicale. DURATA: 10′
https://www.youtube.com/watch?v=y-kJqM7he9o[:]