La famiglia Bélier

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Voto al film:
In onda domenica 8 ottobre su Rai 3, ore 21.15

Je Vole!

Guardare al mondo adolescenziale, si sa, è un’impresa ardua di per sé. Se poi il trattare, senza cadere nella retorica, gli sbalzi umorali, l’istinto di ribellione e la voglia di essere grandi è calato in un contesto familiare come quello de La famiglia Bélier il rischio di sfociare nel melenso è senz’altro molto alto. Éric Lartigau, regista di Scatti rubati del 2010, riesce bene ad aggirare questo ostacolo, confezionando un prodotto in cui – pur toccando tematiche universali – sapientemente miscela comicità e spunti di riflessione, unitamente ad attimi di commozione.

Nell’entroterra bretone, la famiglia che dà il titolo al film vive grazie ai proventi della propria fattoria. L’universo rurale in cui sono immersi sembra a tutti gli effetti essere un locus amoenus per tutti – papà Rodolphe, mamma Gigi e Quentin, il secondogenito – eccetto che per Paula (Louane Emera, vincitrice del Cèsar come Miglior Emergente dell’anno, oltre che di “The Voice” Francia), la figlia maggiore, sola udente del nucleo. Da qui il ruolo chiave che la giovane acquisisce, traducendo gli altrimenti indecifrabili dialoghi della famiglia con i membri della comunità o ancora supportando la campagna elettorale del padre, che decide di candidarsi come primo cittadino. Il rassicurante nido domestico si incrina però quando Paula scopre di avere un dono che, per ironia della sorte, è proprio la sua voce.

La macchina da presa segue il percorso – spesso ostico – che conduce alla conquista del proprio posto nel mondo. Il fil rouge, palesato sin dalle prime inquadrature, rimane l’accettazione del diverso da sé, che è sempre tale negli occhi di chi guarda. Con l’evolversi della vicenda, il tema viene sviscerato fino a ribaltarsi, non nel suo significato ma nel semplice punto di vista. Esemplificativa, in questo senso, la sequenza del saggio di fine anno, con il duetto Je vais t’aimer di Paula e Gabriel. Rodolphe e Gigi sono presenti in sala; il sonoro gradualmente si affievolisce fino a scomparire: per una volta noi spettatori, calati nel loro universo silenzioso, non sentiamo ma semplicemente avvertiamo, guidati dagli sguardi dei genitori, attenti a catturare i movimenti lenti delle bocche dei ragazzi che si riflettono nella commozione degli astanti.

La colonna sonora si compone di otto brani dei compositori Evgueni Galperine e Sacha Galperine ma è il pezzo interpretato da Paula in occasione del suo provino a Parigi che si distingue per carica emotiva. Esibendosi sulle note di Je vole (composta nel 1978 da Michel Sardou), Paula traduce il testo nel linguaggio dei segni, articolando con la propria famiglia, vera destinataria della canzone, un dialogo che si traduce con l’affermazione del desiderio di spiegare le proprie ali e sentirsi liberi di andare, o meglio di spiccare il volo.

SCHEDA TECNICA
La famiglia Bélier (La famille Bélier, Francia, 2014) – REGIA: Éric Lartigau. SCENEGGIATURA: Victoria Bedos, Stanislas Carré de Malberg. FOTOGRAFIA: Romain Winding. MONTAGGIO: Jennifer Augé. MUSICA: Evgueni Galperine, Sacha Galperine. CAST: Karin Viard, François Damiens, Eric Elmosnino, Louane Emera, Roxane Duran. GENERE: Commedia. DURATA: 105’

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