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Prova d’orchestra  di Federico Fellini come metafora della società nella recensione di Marianna Curia per la sezione Film History

Prova d’orchestra come metafora della società

È Adorno che spiega Fellini. Nella sua Introduzione alla sociologia della musica, Adorno sostiene che le riflessioni sul direttore, l’orchestra e la relazione tra entrambi non si giustificano solo a causa del rilievo sociale che la loro funzione svolge nella vita musicale, ma soprattutto in quanto essi costituiscono una sorta di microcosmo in sé in cui si possono studiare in concreto tensioni sociali che fanno pensare alla “community”, la comunità cittadina intesa come vero e proprio oggetto di indagine. In Prova d’orchestra (1979) l’insieme degli orchestrali che diventano i protagonisti di un documentario che qualcuno vuole realizzare sull’attuale situazione lavorativa dei musicisti, assume le sembianze della community adorniana attraverso la rappresentazione di un mondo fatto di uomini e donne che devono rispettare precise regole di comportamento, sia musicali che sociali.

La dittatura musicale in Prova d'orchestraL’orchestra di Fellini non è una società democratica, ma dittatoriale. D’altra parte, lo stesso Adorno descrive il direttore d’orchestra come un demagogo che «dimostra visibilmente il suo ruolo di Führer: l’orchestra deve veramente suonare come lui comanda». Nel film, il direttore d’orchestra – biondo e tedesco – tenta instancabilmente di ristabilire l’ordine fra musicisti ribelli che urlano slogan populisti («la musica al potere, no il potere della musica»). E anzi, il racconto del vecchietto della chiesa che ci descrive il mondo musicale di un tempo fatto di lavoratori che subiscono impotenti come nei regimi totalitari (giornate lavorative massacranti, punizioni corporali, privazione del diritto alla giornata di riposo), vuole essere un racconto nostalgico di come, dopotutto, si stava meglio quando si stava peggio.

Ma un popolo che si ribella, è un popolo che ha bisogno di un leader. Se la storia della musica ha distinto tra strumenti tendenzialmente predisposti all’accompagnamento, e altri all’esecuzione solista (per questioni diverse, legate al timbro, al registro, alla meccanica dello strumento stesso), l’orchestra è una struttura in cui l’insieme non è la semplice somma delle parti, ma una struttura complessa regolata da La bella pianista di Prova d'orchestraprecisi rapporti di natura gerarchica: così, nelle interviste, la dichiarazione della leadership dei musicisti viene espressa attraverso il racconto diacronico dell’egemonia musicale del proprio strumento, in una sorta di identificazione tra strumentista e strumento stesso (la pianista è la donna più bella e finisce per sedurre gli uomini del gruppo; il violinista dice di potersi sostituire al direttore per le sue capacità virtuosistiche; il flauto rivendica le sue qualità magiche di vox humana, mentre l’oboe si impone per il ruolo fondamentale del suo LA durante l’accordatura degli strumenti).

Alla fine il capo non si troverà e la rivolta fallisce. Tutto torna ad essere come prima. Capiamo allora, forse, che Fellini non ci sta offrendo la rappresentazione metaforica di una società qualsiasi, ma quella più in particolare della società italiana.

SCHEDA TECNICA
Prova d’orchestra (Id., Italia, 1979) – REGIA: Federico Fellini. SCENEGGIATURA: Federico Fellini, Brunello Rondi. FOTOGRAFIA: Giuseppe Rotunno. MONTAGGIO: Ruggiero Mastroianni. MUSICHE: Nino Rota. CAST: Clara Colosimo, Umberto Zuanelli, Balduin Baas, Giovanni Javarone. GENERE: Drammatico. DURATA: 70′.

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