La Bella e la Bestia

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Federica Marcucci sul live action di Bill Condon La Bella e la Bestia, riuscita quanto discutibile operazione di mercato targata Disney

Voto al film:

È una storia sai, vera più che mai…

Era il 1991 e La Bella e la Bestia conquistava i cuori di mezzo mondo, diventando anche il primo lungometraggio d’animazione a essere candidato agli Oscar nella categoria miglior film. Un gioiello con il quale la Disney riuscì a raggiungere un apice di rara bellezza.

Oggi, dopo Cenerentola e Il Libro della Giungla, il remake in live action de La Bella e la Bestia rappresenta la dichiarazione di poetica ufficiale del nuovo corso Disney. Una linea discutibile e alla quale sembra troppo semplice e scontato dare una risposta univoca, almeno in questo momento. È troppo naïf credere che l’intenzione di voler ripresentare una storia già nota, utilizzando un mix di ingredienti vecchi e nuovi sia quella di presentare l’intramontabile “tale as old as time, true as it can be”? Probabilmente sì. Tuttavia crediamo che la solita accusa di mancanza di creatività vacilli.

Attualmente Disney sta vivendo un decennio particolarmente fiorente, un’era che, per certi versi, somiglia a quel Rinascimento degli anni ’90 che la major vuole riproporre in universi dettagliati ed espansi. Esigenze di marketing? Ovviamente. Ma non dimentichiamo un dettaglio fondamentale, uno di quelli che troppo spesso viene tralasciato mentre si discute di un’operazione di questo tipo. In modalità mutevoli e in continua evoluzione, il remake è congenito al cinema, da sempre. Basti pensare a Hitchcock, solo per citare un esempio fin troppo celebre.

In ogni caso, lungi dal voler imbastire un’analisi sul medium, crediamo che sia proprio questa la chiave di lettura da utilizzare per comprendere La Bella e la Bestia del nuovo millennio. Il film si dilata nello spazio e si restringe nel tempo, andando così a colmare vuoti del film del 1991 rispetto al quale si contraddistingue anche per un’ambientazione settecentesca particolarmente fedele e accurata, merito anche di un sapiente utilizzo del digitale. Tuttavia è proprio dal film d’animazione che La Bella e la Bestia di Bill Condon prende le mosse, giurando fedeltà alla tradizione ma, allo stesso tempo, dichiarandosi bisognoso di acquisire un’identità diversa, più forte e in linea con i tempi attuali.

In questo senso i giovani attori, dalla graziosa e caparbia Emma Watson fino a Luke Evans e Dan Stevens, sono perfetti per incarnare i celebri personaggi disneyani colorandoli di tinte moderne e dai risvolti psicologici decisamente interessanti più interessanti rispetto a quelli del passato. Un’operazione potenziata anche grazie all’utilizzo della musica, vero fil rouge della narrazione, attraverso la quale la vicenda si sviluppa in una ring composition senza tempo e dal sapore broadwayiano.

La celebre colonna sonora composta da Alan Menken, compositore di musical e collaboratore di vecchia data di casa Disney, con le parole in lingua originale di Howard Ashman e Tim Rice, prende forma in deliziose sequenze e coreografie ricalcate con garbo dal film del 1991, in un modo certo, non indimenticabile, ma tuttavia non privo di personalità. Basti pensare alla citatissima sequenza del gran ballo sulle note della canzone Premio Oscar Beauty and the Beast. Molto più interessanti alcuni pezzi inediti composti appositamente per la versione in live action, tra questi spicca l’intensa Evermore cantata dal personaggio della Bestia.

Tra echi lontani di Jean Cocteau e narrazione in stile disneyano, La Bella e la Bestia si fa portatore di una morale più decisa rispetto al suo fratello d’animazione, destinato tuttavia a rimanere nella mente – se non nel cuore – della stragrande maggioranza degli spettatori. Merito di quel fascino senza tempo che soltanto il cinema d’animazione è in grado di trasmettere.

Forse è ancora troppo presto per poter comprendere che tipo di operazione sia in realtà quella tentata da La Bella e la Bestia e dal nuovo corso Disney; una linea che sapremo giudicare con un’ottica d’insieme soltanto tra un decennio. Nel frattempo prendiamoci poco sul serio, proviamo anche noi a tornare bambini senza far finta di non ricordare che “Ti sorprenderà come il sole ad est, quando sale su e spalanca il blu dell’immensità”.

SCHEDA TECNICA
La Bella e la Bestia (Beauty and the Beast, USA, 2017) – REGIA: Bill Condon. SCENEGGIATURA: Evan Spiliotopoulos, Stephen Chbosky. MONTAGGIO: Virginia Katz. MUSICHE: Alan Menken. CAST: Emma Watson, Luke Evans, Dan Stevens, Josh Gad. GENERE: Musical. DURATA: 129’

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