[:it]Backstreet Girls – Return to Muotathal[:]

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Alessandro Guatti chiude il nostro lungo report dal Biografilm 2016 con la recensione di Backstreet Girls: Return to Muotathal di Jørgen Hermansen e Morten Kjølberg

Proponiamo qui la recensione apparsa su Cinefilia Ritrovata

Voto al film:

Looking back in Rock

Per la loro opera prima Jørgen Hermansen e Morten Kjølberg scelgono di raccontare la passione per la musica Rock con un film imbevuto di energia.

Il documentario sui Backstreet Girls, la prima rock band norvegese, procede attraverso una serie di interviste ai suoi componenti (Martin H-Son, Petter Baarli, Bjørn Müller, Dan Thunderbird), ormai sulla cinquantina, che gettano uno sguardo appassionato e al contempo malinconico sulla loro vita e backstreet girlssulla loro carriera. Ripercorriamo le tappe salienti della storia musicale della band, il cui nome è preso dalla canzone dei Rolling Stones Backstreet Girl: dalle origini ai primi concerti nei locali, in cui si definisce lo stile del gruppo rielaborando quello dei Guns N’ Roses, degli AC/DC e di Chuck Berry, fino al successo internazionale. I Backstreet Girls sono sulla scena musicale da ormai trent’anni e il punto d’arrivo del film è il concerto per il trentesimo anniversario della band organizzato nel paesino svizzero di Muotathal – 3000 abitanti completamente pazzi per il gruppo rock norvegese.

Le voci dei fan si alternano alle riflessioni dei protagonisti, offrendoci uno sguardo esterno su questi eccentrici personaggi che hanno davvero consacrato la propria vita al Rock. Queste voci confermano la passione messa dai musicisti nel loro progetto, che ha toccato i cuori del pubblico: dalle loro interviste si nota come l’elemento maggiormente apprezzato sia la loro coerenza, il fatto che abbiano mantenuto la propria identità nel corso degli anni nonostante alcuni momenti difficili che avrebbero potuto portare a un cambiamento di rotta, come l’irrompere sulla scena musicale del grunge di Kurt Cobain. È chiaro però che se il successo di pubblico è grande non altrettanto lo è il guadagno economico: “Non l’abbiamo mai fatto per denaro. È uno stile di vita a cui non siamo in grado di backstreet girls2rinunciare”, dice Dan. Le conseguenze non sono solo positive: tutti hanno una storia di dipendenza da alcol o droghe e Bjørn ha presentato domanda per un sussidio di disoccupazione perché non è mai riuscito a mantenere un posto di lavoro dato che, ogniqualvolta c’era un concerto in programma, lasciava tutto e partiva con il gruppo. La filosofia che muove la vita dei Backstreet Girls è sempre stata: “Il Rock è il riflesso della vita reale”.

I registi trattano con ironia questi ragazzi cresciuti a pane e Rock usando uno stile misto in cui le riprese in bianco e nero dei vari concerti, molto elaborate grazie a luci intense, ralenti, sovrimpressioni e riprese da punti di vista insoliti come il manico di una chitarra, danno un’immagine quasi epica del gruppo, come a voler immortalare i Backstreet Girls nella storia della musica Rock. Poi però la realtà si scontra con il mito: dopo un’ora scarsa di concerto di anniversario i musicisti sono stremati ed è solo l’amore per i fan su cui fa leva l’organizzatore dell’evento a riportarli sul palco per qualche altra canzone.

SCHEDA TECNICA
Backstreet Girls: Return to Muotathal (Backstreet Girls: Tilbake til Muotathal, Norvegia, 2015) – REGIA: Jørgen Hermansen, Morten Kjølberg. SCENEGGIATURA: Morten Kjølberg. FOTOGRAFIA: Hugo Alvarstein, Stian Andersen. MONTAGGIO: Erik Treimann. MUSICHE: Backstreet Girls. CAST: Petter Baarli, Martin Hson, Bjørn Müller, Dan Thunderbird . GENERE: Documentario. DURATA: 90’

 

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