Biografilm 2023 – La bella addormentata

La favola breve della Costa Smeralda.

Tutte le favole iniziano con C’era una volta e anche questo film non fa eccezione. C’erano una volta tre bambini, una famiglia, una terra selvaggia e un principe giramondo. Uno dei tre bambini, crescendo, ha deciso di girare un film sul luogo dove parte della sua infanzia si è svolta: la Costa Smeralda.

Il bambino si chiama Vanni Gandolfo. Guida lo spettatore attraverso la storia e le contraddizioni di un luogo artificiale voluto e progettato dal principe Karim Aga Khan, quarantanovesimo Imam dei mussulmani Ismailiti Nizariti. Aga Khan, all’inizio degli anni Sessanta, si innamora di una terra situata nel Nord-Est della Sardegna e chiamata Monti di Mola. La visione del principe è farne un luogo per il turismo di lusso, un paese artificiale che si amalgami bene con la natura circostante. Per far sì che questo accada, chiama a sé alcuni architetti importanti (Jacques Couelle, Michele Busiri Vici, Luigi Vietti) e assume altre figure professionali fra cui il papà di Vanni Gandolfo, ingegnere, che si trasferisce con moglie e figli in quella che di lì a poco si chiamerà Porto Cervo.

Questa favola del territorio dormiente risvegliato dal principe giovane e bello ha però risvolti meno simpatici quando l’attenzione di Gandolfo si posa ad esempio sull’insoddisfazione di sua mamma, dopo quattro anni in un luogo di lusso lontano dalla vita reale. La presa di coscienza della donna avviene dopo aver letto, nel tema di uno dei fratellini di Vanni sulla descrizione della propria casa, che il bimbo descriveva tutto ciò che aveva come bello ed enorme e si dispiaceva per il suo amico che viveva in appartamento.

Altro momento poco simpatico è quando si narra della colonizzazione dei Monti di Mola da parte della squadra di Aga Khan. Il territorio cambia nome, come nella miglior tradizione delle storie di frontiera statunitensi, e gli indiani – cioè i sardi indigeni della zona, portatori di una tradizione di pesca e pastorizia arcaica – sono costretti o a vendere i terreni (ma per il loro valore agricolo, non per il valore relativo all’edilizia per il turismo di lusso – quindi perdendoci) o a restare e cambiare vita.

Particolare anche l’uso di materiale d’archivio misto alle riprese originali, talvolta sporcate, rese vintage quindi invecchiate artificialmente, talvolta fatte di lentissime inquadrature di ampio respiro quasi ad abbracciare i Monti di Mola. Il tutto viene amalgamato dalla musica originale di Sebastian Escofet. Cesare Cremonini chiude il film con la canzone Sardegna, dall’album Maggese, a ben suggellare l’atmosfera di familiarità e di affetto che l’intero film porta con sé.

Tutto molto bello e molto interessante. Forse un po’ troppo sintetico: La bella addormentata lascia la voglia di saperne di più, di conoscere di più i protagonisti, di approfondire certi aspetti (tipo quello della colonizzazione dell’area o di cosa ne è stato del rispetto di Aga Khan per la natura quando il principe ha ceduto il suo regno). Il film dura 68 minuti, quasi come se l’autore avesse paura di annoiare con una storia familiare, un viaggio che avrebbe voluto fare con suo padre, un ritorno a casa – o meglio, un nostos, come avrebbero detto i greci antichi.

Invece non annoia affatto, anzi.

SCHEDA TECNICA
La bella addormentata (Italia, 2023) – REGIA: Vanni Gandolfo, SCENEGGIATURA: Vanni Gandolfo, Fabio Astone, MUSICA: Sebastian Escofet. CAST: Vanni Gandolfo, Paolo Ammassari, Giovanna Maria Azara, Bachisio Bandinu, Simonetta Riccardi. GENERE: Documentario. DURATA: 68′.

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