Biografilm 2023 – X sempre assenti

Francesco Fei si rende invisibile per registrare il più possibile l'autenticità di una band di anti-divi.

Che cos’è X sempre assenti, il documentario sul ritorno dei Verdena dopo sette anni lontano dalle scene? Un video promo? Così sembra concepirlo il management che lo ha commissionato. Un film privato, come Francesco Fei il regista sembra impostarlo tanto che per i membri della band – a detta di Roberta Sammarelli, la bassista – dopo qualche minuto la sua presenza con la camera accesa è diventata invisibile? Un’affermazione di identità artistica, legata a certi anni e a un certo modo di intendere la musica?

Probabilmente tutte e tre le cose assieme, mischiate sapientemente.

Certo è che cercare di rendersi invisibili e far sì che, per usare un’espressione cara a Verga, l’opera si faccia da sola è forse la sola maniera efficace per raccontare i Verdena in terza persona. Prima che il trio stesso compaia in scena, colpiscono ad esempio i luoghi: quando fu lanciata, la band veniva chiamata “I Nirvana italiani” ma il paesaggio attorno non è Seattle. E non è neanche Milano, ma i dintorni di Albino, periferia montuosa di Bergamo. Fei si concentra sui paesi, le case, le botteghe, le mucche, i boschi prima di entrare coi Verdena in sala prove.

Del resto, il grunge è un genere di importazione (il rock stesso lo è). Negli anni Novanta e primi Duemila in ogni periferia aggiornata c’era almeno un gruppo grunge o aspirante tale ed è interessante che un tale linguaggio sia stato digerito, fatto proprio e portato al successo da tre periferici (e non provinciali) rimasti tali dopo tanti anni. “Dove dobbiamo andare?” ha risposto Roberta durante il Q&A a chi ha chiesto perché sono rimasti dove sono cresciuti.

Alberto ha dei figli e un amato gatto, Luca si prende cura dei familiari anziani e Roberta ha ben tre bambine nate nei sette anni di fermo concerti. Francesco Fei entra non solo in sala prove, ma anche nella vita privata dei Verdena, mostrandoci due fratelli e un’amica come tanti che però su un palco diventano un’altra cosa – potente. Ecco la dichiarazione di identità: i Verdena sono anti-divi. Non hanno ingoiato la parte di personaggio televisivo perché funzionale a portare avanti varie giuste cause come Manuel Agnelli. Ma per i fan questa non è una sorpresa, del resto Fei ha ricordato che la prima volta che ha girato un videoclip per loro, che se non sbaglio è Valvonauta, hanno rifiutato il playback. Il suonare per finta.

Nella parte Q&A in molti hanno riscontrato l’assenza, nel film, di una pignoleria tecnica polemica che ha portato spesse volte alcuni membri a scene poco simpatiche in sede di concerto. “Dipende dalla serata”, ha detto Roberta Sammarelli e anche questo aspetto, mi viene da dire, quello della performance tecnicamente impeccabile (che non esiste) è segno identitario di un sentire comune del fare musica di una certa epoca.

Non pensate però, dopo tutti questi discorsi, che il film sia nostalgico. Così come le scalette dei Verdena presentano brani nuovi, Francesco Fei sta nel presente, nel loro presente che è interessante. I Verdena portano avanti il loro discorso per esigenza comunicativa e non per diventare (ricchi, famosi, sboroni ecc…). Diventare, semmai (e con molta ironia), tecnicamente migliori – come nell’intervista finale dove Alberto Ferrari (voce e chitarra) scherzando dice che all’inizio non accordava la chitarra e veniva fuori dagli stessi accordi sempre una canzone diversa (che fa molto punk e poco grunge). Più che diventare, i Verdena sono – ecco perché la loro promo (necessaria) presuppone un autore amico che sappia scomparire per registrare il più possibile l’autentico.

SCHEDA TECNICA
X sempre assenti (Italia, 2023) – REGIA: Francesco Fei. FOTOGRAFIA: Francesco Fei. MONTAGGIO: Fabio Capalbo, Giovanna Ferrara, Walter Marocchi. MUSICA: Verdena. CAST: Alberto Ferrari, Roberta Sammarelli, Luca Ferrari. GENERE: Documentario, musicale. DURATA: 50′.

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