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Pondi diverte ma non graffia
Chitarrista professionista, collaboratore di alcuni fra i più importanti cantanti della scena pop italiana, Martino Piccione vuole di più dalla sua carriera. Abituato a restare nell’ombra sui palchi, mentre gli applausi sono riservati solo ai frontman, sogna un successo che non arriva.
Terminata una turné con Jovanotti e in attesa di una chiamata per qualche nuova collaborazione, decide di tornare nel suo paese natale nelle Murge. Qui, in un paesino in cui il tempo sembra essersi fermato, tra una madre teledipendente e una fidanzata che non vedendo successi si è guardata altrove, ritrova anche Peppino, amico storico ed esuberante traffichino locale che passa le giornate in attesa di turisti da accompagnare in giro per il paese. Insieme decideranno di imbastire una finta sparizione di Martino, per cercare, nell’inspiegabile e improvvisa fuga, un elemento di interesse mediatico.
Dopo una lunga esperienza come sceneggiatore fra tv e cinema, Alessandro Pondi esordisce alla regia nel segno di una assoluta continuità con i prodotti da lui già sceneggiati, ovvero quell’universo così vasto e largamente praticato della commedia italiana, che fra alti, pochissimi, e bassi, moltissimi, rappresenta ancora il genere più praticato dal cinema nostrano.
Elemento interessante del film, l’unico a conti fatti, è il suo mettere in luce i meccanismi più falsi e costruiti del successo e delle sue appendici mediatiche. Infatti, mentre ormai la sparizione di Martino è nota a tutti, cominciano ad apparire in televisione una serie di numerose testimonianze di grandi star della musica leggera italiana, che si prodigano in commossi appelli televisivi rivolti al chitarrista, con la speranza che li ascolti e si decida a tornare: “’sta band aspetta a te” esclama sconsolato Gigi D’Alessio, “Martino torna a casa, ti prego” gli dice Elisa, “Il più grande chitarrista che abbiamo in Italia” prosegue Gianni Morandi, “la musica ti vuole” esclama Claudio Cecchetto, e così via con apparizioni tra il serio e il faceto di altri nomi altisonanti, da Emma a Fiorello (il fratello), da Arisa a Roy Paci, da Alex Britti a Edoardo Bennato. Improvvisamente, tutti vogliono lavorare con lui, tutti si accorgono della sua assenza.
Il grande circo televisivo, qui idealmente rappresentato da Sabrina Impacciatore che dirige un programma tipo Chi l’ha visto occupandosi della sparizione di Martino, in qualche modo decide del successo e della notorietà di chiunque.
Così accade che, svelato l’inghippo della falsa sparizione, un gruppo di persone, dal suo manager, al parroco della città, dal programma televisivo che vuole l’esclusiva sul suo rientro, fino al suo miglior amico, desiderino mantenerlo nascosto più a lungo di quanto lui vorrebbe, perché la sua assenza sta portando turismo, sta facendo vendere i sui cd e il battage pubblicitario legato alla vicenda sta spostando un bel po di soldi. “Tu vali perché non ci sei”: in questa frase emblematica detta da Peppino all’amico che vorrebbe ricomparire pubblicamente, si racchiude un po il senso di tutta la pellicola di Pondi.
Certo al film manca completamente il coraggio di affondare le unghie e graffiare, perché in fondo, diciamocelo, il circo mediatico che in qualche modo vorrebbe irridere, è lo stesso in cui il film stesso vive e di cui si nutre. Preferisce quindi usare la critica sociale solo come una pennellata superficiale, come un vestito buono per piacere a tutti, quel tanto che basta per far sentire tutti un po più consapevoli ma mai fino al punto di dover assumere un punto di vista critico e alternativo.
Al netto del coraggio mancato, resta comunque un film con alcuni momenti piacevoli, sopra a tutti, Pierfrancesco Favino, mattatore assoluto della pellicola che sorregge quasi solo, e pur se con un accento pugliese marcato al limite del caricaturale, e un istrionismo lasciato forse troppo libero di lavorare sopra le righe, i momenti migliori e più divertenti del film, nascono sempre da lui.
SCHEDA TECNICA
Chi m’ha visto (Italia, 2017) – REGIA: Alessandro Pondi. SCENEGGIATURA: Alessandro Pondi, Giuseppe Fiorello. FOTOGRAFIA: Ramiro Civita. MONTAGGIO: Marco Spoletini. MUSICHE: Daniele Bonaviri e Fabrizio Palma. CAST: Giuseppe Fiorello, Pierfrancesco Favino, Mariela Garriga, Dino Abbrescia. GENERE: Commedia. DURATA: 105’