[:it]Eden[:]

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Selezionato alla IX edizione del Festival Internazionale del film di Roma, Eden di Mia Hansen-Løve è recensito da Vincenzo Palermo per Leitmovie

Voto al film:

(S)balli quotidiani

La French touch music, altresì detta French house, è il “tappeto sonoro” di una generazione intera, melting pot stilistico che unisce le influenze garage-house al campionamento di vecchi brani funk degli anni Settanta e Ottanta. Captura-de-Tela-2015-03-20-às-09.19.16Il sound, “delicato, trascinante e ipnotico”, come afferma il protagonista del film Paul, è la vibrazione edenica che fece (s)ballare i giovani a cavallo tra gli anni Novanta e i Duemila.

A raccontare la nascita di questo genere musicale e le storie dei disc jockey che lo portarono alla ribalta, ci pensa la regista francese Mia Hansen-Løve con stile sobrio e asciutto, restituendo il ritratto di un’epoca con partiture romanzesche di amori infranti, abbandoni, conflitti e ricongiungimenti tra Parigi e New York. Il quarto lavoro della cineasta, scritto a quattro mani col fratello ed ex DJ Sven, è un fedele resoconto della “disco way of life” al tempo della felice intrusione del tocco magico à la Française, escogitato, secondo la versione filmica, dalla band capitanata dal DJ Paul che cavalcò impetuosa l’onda dell’house in terra transalpina. Tra piste di coca e da ballo, Paul e il suo amico Stan decidono di fondare i Cheers e di rodare piste melodiche che suonassero come la Space disco seventies e la precedente P-funk. L’impatto che ebbe tra i tanti giovani desiderosi di dimenarsi nelle discoteche fu insieme euforico e malinconico, mentre per i precursori del genere diventò l’occasione unica di affermare se stessi con la forza della ribellione adolescenziale. eden-imagemA mezzo tra racconto di formazione e indagine cronachistica, Eden mostra in superficie il baluginio lisergico di un microcosmo che si sgretola di fronte alla camera a mano per poi ricomporsi sul tessuto sonoro della loro musica, mentre in filigrana, al di là del nitore del girato, svela le disillusioni di un’epoca con analisi fredda e lucida. Di grande impatto visivo, grazie alla fotografia limpida di Denis Lenoir, e sorretto da una solida sceneggiatura, Eden possiede la potenza drammaturgica per evocare piuttosto che mostrare solamente, e insieme la freschezza narrativa che fa risaltare i dialoghi ben calibrati, le sequenze in notturna con annessi siparietti umoristici, le scene di vita quotidiana tra composizioni musicali ed euforici rave party.

Le cinéma vérité di Mia Hansen-Løve  è tale solo se rapportato alla luce “diagnostica” del narrato, mentre sono proprio gli artifici tecnici – inquadrature, montaggio, climax della storia – a evocare il tormento e l’inquietudine di una generazione perduta.

SCHEDA TECNICA
Eden (id., Francia, 2014) REGIA: Mia Hansen-Løve-. SCENEGGIATURA: Mia Hansen-Løve, Sven Hansen-Løve. FOTOGRAFIA: Denis Lenoir. MONTAGGIO: Marion Monnier. CAST: Félix de Givry, Pauline Etienne, Hugo Conzelmann, Roman Kolinka, Vincent Macaigne. GENERE: Drammatico. DURATA: 131 minuti.

https://www.youtube.com/watch?v=2l1T9xs-o0o[:]

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