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Il suono di una generazione
Ci sono momenti nella carriera di un artista che oltre a costituirne la svolta, si pongono come punto di non ritorno per la cultura di un’intera epoca. Nel caldo panorama della musica rock tali momenti da sempre coincidono con esibizioni ed eventi collettivi che racchiudono in una storica data l’affermarsi di mode e di nuove correnti musicali, consacrando personaggi come icone immortali. Tutto ciò è stato il celebre concerto di Jimi Hendrix al Monterey Pop Festival il 18 giugno 1967. Il fascino di Jimi: All is By My Side – presentato in anteprima nazionale in questa 10ma edizione di Biografilm – è proprio nel raccontare i mesi immediatamente precedenti la consacrazione di Hendrix, dal fondamentale incontro con Linda Keith (all’epoca moglie di Keith Richards degli Stones) al legame professionale col manager Chas Chandler che accompagnerà il chitarrista di Seattle verso l’affermazione in Inghilterra, fino all’imminente “conquista dell’America”. Quest’opera prima dello sceneggiatore hollywoodiano John Ridley – Premio Oscar per 12 anni schiavo – ha dovuto certamente confrontarsi con la solita difficoltà di rendere esaustivo e quanto meno credibile e veritiero un biopic sulla figura di un grande musicista, una volta scelto di seguire i canoni di una narrazione pressoché classica. E c’è da aggiungere che nel caso di Jimi Hendrix questa difficoltà è stata senza dubbio maggiore, trattandosi di un artista molto “corteggiato” dal cinema ma la cui rappresentazione è stata sempre ostacolata da controversie ereditarie legate ai diritti contesi dalla famiglia, intralciando negli anni la realizzazione di una biografia cinematografica ufficiale e completa e lasciando attorno al personaggio quasi un’aura di “irrappresentabilità”. Da tali questioni legali sono poi scaturite ulteriori difficoltà puramente pratiche, non potendo difatti riprodurre nessun brano di Hendrix all’interno del film. Ma è proprio in questa sorta di paradosso nel mostrare la vita di un musicista senza la sua musica, che curiosamente risiede il punto di forza della pellicola. Accompagnato dall’efficace sceneggiatura di Ridley e sostenuto dalla meritevole interpretazione di Andrè Benjamin, il grande lavoro e la passione di Danny Bramson – storico music supervisor (Almost famous, Singles), qui in veste di produttore – si vedono e si sentono. Bramson ha lavorato su di un intenso magma sonoro, dalle cover suonate alle hit di quel periodo, sino – e soprattutto – alle continue voci e rumori udibili fuori campo che attraverso un convulso montaggio audiovisivo sembrano rappresentare la spiccata attenzione e percezione uditiva di Hendrix, capace di assorbire qualsiasi fonte acustica e rimodellarla tramite il suo linguaggio ed il suo genio. Quasi a voler suggerire che forse proprio questa naturale propensione alla contaminazione è il vero segreto di una musica che ha rotto le barriere stilistiche e ha cambiato per sempre i principi del Rock.
SCHEDA TECNICA
Jimi: All is By My Side [UK, Irlanda 2013] – REGIA: John Ridley. SCENEGGIATURA: John Ridley. FOTOGRAFIA: Tim Fleming. MONTAGGIO: Hank Corwin, Chris Gill. CAST: André Lauren Benjamin (André 3000), Hayley Atwell, Imogen Poots, Burn Gorman, Ruth Negga. GENERE: Biografico/Musicale. DURATA: 118 minuti.
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