Joker

Carmen Spanò su Joker di Todd Phillips, uno dei fim più attesi dell'anno vincitore del Leone d'Oro a Venezia 76

Voto al film:

Tra Paura e Follia

“Nothing’s scarier than a clown”. Nella città dalle mille luci, in una serie televisiva che ha fatto epoca, questa frase viene pronunciata dalla protagonista femminile, la single quarantenne (forse) più amata della storia della televisione. Poche le certezze nella fluidità di un mondo post-moderno, tra queste il fatto che le maschere fanno paura perché pongono quesiti dilanianti sul senso di identità; e quando le luci si spengono, e la città rivela il volto di un degrado indicibile, la maschera si erge a essenza di verità e giustizia.

Dimenticate i Joker passati. Dimenticate la distinzione manichea tra eroe e villain. Andate oltre i parallelismi e i paragoni (obbligati?) tra il clown della coppia Nolan/Ledger e questo a firma Phillips/Phoenix. Il regista di Una notte da leoni (1, 2 e 3) e Trafficanti, insieme all’interprete di Il Gladiatore e The Master riscrive la storia di Gotham City, fornendo una diversa cornice di senso per la comprensione della nemesi di Batman. Joker è un film che scava nell’essenza psicologica ed emotiva della figura sovversiva per eccellenza, ne delinea la progressiva discesa nell’abisso presentandola in tutta la sua macabra ironia, offre palcoscenici multipli alla straordinaria performance attoriale del protagonista principale. E ancora. Joker è una critica spietata e durissima nei confronti di una società che annienta la dignità degli uomini condannandoli ad una condizione esistenziale di abbrutimento e abbandono; è un’opera che trasuda violenza e disperazione nella ricostruzione degli ambienti, nell’uso della luce, nella rappresentazione dei corpi. Più di tutto, Joker è un film-maschera: un film che (si) (auto)inganna mescolando, senza soluzione di continuità, stati finzionali e realtà oggettive, divagazioni oniriche e bisogno di verità.

Nel tempo sospeso di una storia fatta di sogno e senso di straniamento, allucinazioni di eventi passati e fantasie desideranti, la colonna sonora del film svolge una funzione centrale. Composta di pezzi originali e classici, la musica di Joker è un mix espressivo strumentale all’esaltazione del processo di trasformazione del personaggio nella sua stessa maschera. Da Smile di Jimmy Durante, dal film iconico Tempi moderni, a Slap That Bass di George Gerswhin, con performance di Fred Astaire; da Send In the Clowns e That’s Life, entrambe cantate da Frank Sinatra, a Stormy Weather di Etta James e Put On a Happy Face di Tony Bennett; da White Room dei Cream e Laughing della band The Guess Who a Rock ‘n Roll Part 2 di Gary Glitter, la selezione di classici segna il ritmo, a tratti dolente, a tratti isterico e incontenibile, della via crucis di Arthur Fleck, in salita lungo un’infinita scala di sofferenze, in discesa lungo un improvvisato palcoscenico posseduto da un’identità nuova. Da questa prospettiva, è la performance di Fleck lungo la scala su Rock ‘n Roll Part 2 di Glitter uno dei momenti più significativi – e significanti – dell’intero film.

Nell’essenza della maschera, fin dentro il dolore di un’identità violata, ci porta la collezione di musiche originali, pezzi bellissimi composti dalla talentuosa Hildur Guðnadóttir, già autrice della colonna sonora della miniserie televisiva Chernobyl e degli assoli di violoncello nei film di Denis Villeneuve. Stati d’animo e musica: Guðnadóttir eccelle nell’impresa di trasferire nella seconda la spiritualità dei primi, creando un linguaggio musicale universale e rendendo, così, il pubblico pienamente partecipe dell’angoscia divorante provata dal fallen clown.

Premiato come Miglior Film all’ultima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, Joker si è anche aggiudicato il riconoscimento “Soundtrack Stars Award 2019” con la seguente motivazione: “Per una colonna sonora che recupera alcuni tra i brani più noti della grande musica americana e per le composizioni originali, una musica atonale che unisce voce e violoncello, capace di rendere anche la colonna sonora protagonista del film con assoluta originalità ma anche con una forte capacità evocativa”. Una capacità evocativa realizzata in tutta la sua potenza dirompente, all’incrocio di tragedia e commedia, in equilibrio precario tra paura e follia.

SCHEDA TECNICA
Joker (Id., USA, 2019) – REGIA: Todd Phillips. SCENEGGIATURA: Todd Phillips, Scott Silver. FOTOGRAFIA: Lawrence Sher. MONTAGGIO: Jeff Groth. MUSICHE: Hildur Guðnadóttir. CAST: Joaquin Phoenix, Robert De Niro, Zazie Beetz, Frances Conroy. GENERE: Drammatico. DURATA: 119′

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