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La vita è facile ad occhi chiusi, l’ultimo film del regista e scrittore spagnolo David Trueba, recensito per Leitmovie da Marcello Polizzi
Presentiamo di seguito l’articolo pubblicato su CineforumWeb
Partecipare alla vita
Difficile dire cosa sia la libertà. Forse come cantava Gaber “la libertà è partecipazione” ed è questo in fondo il prezioso insegnamento che il professor Antonio sembra voler lasciare ai suoi giovani compagni di viaggio nell’ultima pellicola del regista e scrittore madrileno David Trueba. Un invito gentile e deciso a partecipare alla vita, aprire gli occhi per guardare in faccia la nostra condizione e fare i conti ognuno con la propria dignità. Insegnamenti forse scontati ma pur sempre validi e a maggior ragione coraggiosi se suggeriti nella Spagna franchista degli anni Sessanta; per di più se la strada deputata all’apprendimento è la musica nuova ed anticonformista dei Beatles. D’altronde anche le lezioni più semplici bisogna saperle insegnare così come al cinema queste storie piccole dal grande respiro bisogna saperle raccontare. E ci riesce egregiamente il regista spagnolo in La vita è facile ad occhi chiusi – vincitore in patria di 6 premi Goya – ispirato alla vera vicenda del professore d’inglese Juan Carrión, recatosi nel 1966 ad Almería per conoscere John Lennon, impegnato nelle riprese del film Come ho vinto la guerra. Nell’interpretazione di uno straordinario Javier Cámara, il professor Antonio rappresenta dunque la modernità che entra nella classe dei bambini a cui insegna inglese attraverso i testi delle canzoni del quartetto di Liverpool, ascoltate su Radio Luxembourg e meticolosamente trascritte ad orecchio, seppur incomplete di alcuni passaggi rimasti incompresi. Ma Antonio quei vuoti vuole riempirli e ciò lo spinge dunque a partire per conoscere il suo idolo, raccontargli la sua missione e farsi completare i testi, che secondo le cronache i Fab Four da quel momento in poi cominciarono ad allegare ai loro dischi. Con un’elegante delicatezza e leggerezza Trueba ritrae una sorta d’eroe romantico dai tratti buffi, trattato con quella giusta profondità che lo investe al tempo stesso di un significato più alto: una ventata d’aria fresca ed una piccola speranza per quella gioventù schiacciata dall’ottusa rigidità della dittatura. Così infatti i destini in fuga di Juanjo e Belén, durante quel viaggio della speranza, si intrecceranno a quello di Antonio, che seguendo fedelmente l’esempio dell’Help! beatlesiano accoglie ed ascolta la richiesta d’aiuto lanciata silenziosamente dai due giovani. La musica diviene strumento efficace di confronto, conoscenza e crescita personale e l’attitudine all’ascolto si sposta dalla musica stessa alla vita divenendone regola fondamentale. Trueba gioca dunque con il valore pedagogico e formativo di quest’arte – innovativo all’epoca ma tutt’altro che riconosciuto oggi – e riesce ad evitarne l’appiattimento banale anche attraverso una riuscita ed equilibrata composizione formale. Le splendide melodie di Pat Metheny e Charlie Haden riflettono tutta la luce ed il calore dei paesaggi andalusi, creando un’atmosfera leggera e sospesa che lascia però intravedere il peso della storia, ma anche il sogno di poterla cambiare, leggendo in quel “living is easy with eyes closed” che apre Strawberry Fields Forever un appello a reagire e prendere parte.
SCHEDA TECNICA
La vita è facile ad occhi chiusi (Vivir es fácil con los ojos cerrados, Spagna 2013) REGIA: David Trueba. SCENEGGIATURA: David Trueba. FOTOGRAFIA: Daniel Vilar. MONTAGGIO: Marta Velasco. MUSICA: Pat Metheny, Charlie Haden. CAST: Javier Cámara, Natalia de Molina, Francesc Colomer, Jorge Sanz, Ariadna Gil. GENERE: Commedia/Drammatico. DURATA: 105′.
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