We Are the Best!

Andrea Zacchi su We Are the Best! di Lukas Moodysson

Voto al film:

Le montagne russe in una stanza

Il punk è stato (è?) tante cose: il catalizzatore della rabbia di una gioventù sottoproletaria frustrata e incapace di conformarsi alla società della seconda metà degli anni settanta, una risposta di rottura alla musica raffinata e virtuosistica (in particolare il progressive) che andava per la maggiore in quel periodo, ma soprattutto il rivoluzionario, democratico e libertario concetto che tutti potessero suonare, anche senza esserne capaci: quando ciò che conta veramente è l’esigenza di esprimersi e sfogarsi, la tecnica diventa solo un aspetto marginale, quasi un inutile orpello.

Lukas Moodysson con We Are the Best!, tratto dalla graphic novel Never Goodnight di sua moglie Coco, utilizza la passione per il punk di tre ragazzine tredicenni per raccontare l’adolescenza, ma allo stesso tempo, descrivendo l’insofferenza alle regole, la ribellione agli adulti, la rabbia, la spontaneità, l’instabilità e la confusione di quell’età, finisce per rivelare anche l’essenza del punk.

Siamo a Stoccolma nel 1982, Bobo e Klara sono due amiche unite dall’amore per il punk (nonostante tutti le ripetano che è morto), dall’emarginazione e dalla voglia e dalla necessità di essere diverse. Con l’aiuto di una coetanea soffocata da una famiglia religiosa (Hedvig, l’unica in grado di suonare uno strumento), decidono di formare un gruppo punk.

Con l’intimità della camera a mano il regista segue le bravissime protagoniste nella loro educazione alla vita: le prime sbronze, i primi amori, le prime amicizie, i litigi, le piccole gelosie, gli imbarazzi, i dolori e i tradimenti. I genitori e gli adulti sono lontani, sfocate figure che non capiscono e con cui non è possibile comunicare.

Seppur senza l’inarrivabile raffinatezza e forza poetica di Truffaut (a cui sembra ispirarsi, soprattutto al capolavoro I 400 colpi), Moodysson ha avuto in tutta la sua carriera una straordinaria capacità e sensibilità nel raffigurare personaggi adolescenti (in particolare negli splendidi Fucking Åmål – Il coraggio di amare del 1998 e Together del 2000). We Are the Best! non è al livello delle sue opere migliori ma mantiene comunque una grandissima autenticità e freschezza, riuscendo a rappresentare benissimo quella fase della vita in cui tutto è amplificato, le increspature sembrano onde altissime e si continua a precipitare e risalire pur rimanendo fermi, come le montagne russe in una stanza. A mancare qui è uno sviluppo della storia e dei personaggi più compiuto: la sensazione è che la parabola di affermazione e scoperta di se stessi si interrompa troppo presto, lasciando in sospeso i passi successivi di personaggi, così fragili e allo stesso tempo così coraggiosi, a cui è difficile non affezionarsi.

Assoluta protagonista del film, insieme alle tre ragazzine, è sicuramente la musica punk: urlata a squarciagola picchiando su delle pentole, ascoltata nelle cuffie del walkman o suonata nella sala prove, scandisce la vita dei personaggi e le loro piccole grandi conquiste. Insieme al punk elementare ma divertentissimo di Hata sport e Brezjnev Reagan-Fuck off (composte e suonate dagli stessi attori), c’è una sorta di retrospettiva del punk svedese degli anni ottanta, con diversi brani degli Ebba Grön ma anche degli Ståålfågel, Akut Skjut e KSMB. Si ascoltano anche Don’t You Want Me degli Human League e Villiers Terrace degli Echo & the Bunnymen, ma quella è la musica degli altri (delle superficiali compagne di scuola o dei fratelli maggiori). Per le nostre eroine esiste solo il punk e, come dicono alla fine, noi, con la nostra musica, siamo le migliori!

SCHEDA TECNICA
We Are the Best! (Vi är bäst!, Svezia-Danimarca, 2013) – REGIA: Lukas Moodysson. SCENEGGIATURA: Lukas Moodysson. FOTOGRAFIA: Ulf Brantås. MONTAGGIO: Michal Leszczylowski. MUSICA: Rasmus Thord. CAST: Mira Barkhammar, Mira Grosin, Liv LeMoyne, Mattias Wiberg. GENERE: Musicale. DURATA: 102′

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